La Virtù dei Forti

Senza pazienza e la capacità di sopportazione, si diventa spiritualmente deboli. Tale debolezza conduce a pensieri negativi e comportamenti sbagliati. Quando la pazienza se ne va i più grandi degli individui si riducono a degli assoluti sciocchi.1

La qualità della pazienza è acclamata da tutte le culture come regina delle virtù. La disposizione d’animo che ci aiuta a sopportare avversità, difficoltà, noie e problemi di ogni genere, ed accoglierli con serena accettazione, le conferisce la nomea di “virtù dei forti”. Ci aiuta a controllare stress ed emozioni, ad essere più comprensivi, a soppesare le nostre aspettative e saperci adattare, e, infine, a mantenere il senso delle proporzioni per non reagire d’impulso. Per contro, quando questa preziosa virtù viene a mancare si diventa irritabili, severi e irosi, tanto da fare e dire cose di cui dopo ci si pente; e, privati del distacco necessario per riflettere sul giusto atteggiamento da prendere, si finisce di opporsi a ciò che accade, (e che in qualche modo va contro la nostra volontà), con fastidio e frustrazione, e talvolta persino aggressività.

Pazienza vuol dire: guardare i problemi in faccia

Essere pazienti ci rende forti, e in grado di guardare i problemi “in faccia”. Implica la capacità di saper aspettare, attendere, tollerare, e sopportare le condizioni, i tempi e i limiti imposti da una situazione, una persona, ma anche da sé stessi; nell’attesa s’impara ad essere lungimiranti, ma anche a rispettare, (e a rispettarsi), perdonare e amare, e persino a dimenticare il passato.

Ce ne vuole molta, ahimè, di pazienza, per apprendere a stare in piedi da soli e a camminare… e non solo da piccoli ma in senso lato, e ce ne vuole altrettanta per affrontare le molteplici sfide della vita. Man mano si comprende l’importanza di non demordere, capendo che per raggiungere i nostri obbiettivi, superare degli ostacoli o armonizzare delle relazioni, spesso è solo una questione di tempo, perseveranza e determinazione.

Come si coltiva la pazienza?

Quando la pazienza si sviluppa in virtù, diventando coesa alla propria personalità, ci rende coraggiosi e pieni di fiducia! Ecco che tutti vorremmo correre per farne una gran scorta! Il guaio è che non la si può coltivare se non per tramite delle avversità stesse che la chiamano all’appello! Sono i problemi che ci aiutano a rafforzarla, che vale a dire che “sono i problemi a renderci più forti”, unitamente alla più grande caratteristica del saggio, nonché alleato della pazienza: la calma.

Chi non conosce la raccomandazione - tramandata non dal caso ma dall’esperienza - di contare fino a 10 prima di dire “la nostra”, o il consiglio di “prendere tempo ed aspettare che le cose si sistemino da sé”, (perché spesso è ciò che accade quando si è pazienti!). Consigli e affermazioni che ci rendono attenti ai danni che può provocare l’impazienza: perdere delle occasioni, rovinare relazioni di lavoro e vicinato, o rapporti di coppia, sono tra questi. Al posto di diventare più forti e sicuri di sé, si diventa così più vulnerabili perché le situazioni si complicano, si appesantiscono, e soprattutto perché perdiamo la battaglia più importante, quella con noi stessi.

La chiave di volta: l’autosservazione

Coltivare questo fondamentale valore umano è indubbiamente un processo di apprendimento continuo che ci insegna a praticare l’autosservazione; quando gli “uffa” e i sospiri diventano più forti e insistenti ci si accorge così che la grande pazienza che pensavamo di avere d’improvviso non basta più, e che ci vuole un altro sforzo. Sono spesso questi momenti in cui si scoprono nuove strategie e risorse, e, spesso, anche il senso nascosto alla nostra prova di pazienza.

Il contadino sa bene cosa vuol dire aspettare per vedere il campo seminato germogliare in piantine fino ad arrivare al giorno della raccolta. E con quanta quotidiana meticolosità e lavorio bisogna curare, nel frattempo, il proprio giardino.

Pazienza: una virtù tutta da ripristinare

Bisogna constatare che, purtroppo, la regina delle virtù è stata ormai spodestata, soppiantata dai ritmi frenetici dei nostri giorni. Nel mondo attuale non c’è più spazio – e tempo – per la pazienza. La mente umana si è adattata ai velocissimi scambi elettronici, e non ci si accorge neppure di quanto ci si possa innervosire difronte ad una riposta ad una “mail” che tarda ad arrivare, o perché il proprio PC ci mette qualche secondo in più per accendersi. Oggi “saper attendere” è diventata una qualità obsoleta, e viene da dire che si è perso anche il grande valore della gavetta, e l’importante cammino di pazienza che questa comportava. Quella sì che fortificava il carattere, mentre si imparava a “rubare il mestiere”, grati di poterlo fare sebbene facessimo le cose più umili e le condizioni di lavoro non fossero ideali.

La pazienza è la virtù dei forti. Saperla praticare è l’arte del vivere. Ci suggerisce di dare tempo alla vita, agli altri, e a noi stessi; tempo per essere, esprimersi, manifestarsi, e anche per sbagliare… perché solo così si cresce, si matura e si impara.”

Non dimenticherò mai il giorno in cui assistetti ad un passaggio di consegne. L’anziano direttore che lasciava l’incarico fece dono di un grande quaderno al suo giovane collega. “Tutto quello di cui avrai bisogno è là dentro”, gli disse. Il subentrante sfogliò il “testamento” con trepidazione, per scoprire che su ogni pagina vi era scritta una sola missiva: pazienza.

Ci sono quattro strade che possono portarti dove vuoi andare. La prima ti conduce dove ti manda il tuo primo pensiero. Non è la strada giusta. Rifletti un poco. Affronti allora la seconda. Rifletti nuovamente ma non scegli ancora. Finalmente, alla quarta riflessione tu sarai sulla strada giusta. Così non rischierai più nulla. Qualche volta, lascia passare una giornata prima di risolvere il tuo problema .2

Suzanne Palermo
Illustratrice, scrittrice ed Educatrice ai Valori Umani

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