Pranayama: il respiro triangolare

Pranayama significa controllo del Prana. Ma cos’è il Prana? E’ la definizione in lingua sanscrita per energia vitale, ed è presente dovunque. Prana circola nel nostro respiro e nel nostro corpo, è il fuoco nel Sole e il fluire nell’Acqua, è la velocità nel Vento e la coesione nella Terra, è la Vita che si esprime.

All’interno delle tecniche dello Yoga di Patanjali il respiro prende un capitolo a sé, appunto quello del Pranayama: avendo regolato la vita personale e sociale tramite i codici di condotta (Yama e Niyama), e fortificato il corpo tramite le posizioni fisiche (asana), possiamo entrare nell’immobilità e concentrarci a muovere l’energia, per proseguire il percorso di salute e purezza a livelli sempre più sottili. Solo in questo modo possiamo evolvere dal benefico ma passeggero rilassamento che offre la pratica delle posizioni, ad una condizione duratura di calma interiore e vitalità, e accedere alle tecniche di controllo della mente, fino a trascenderla.

Esistono innumerevoli schemi di controllo del respiro, e si basano tutti sulla modulazione reciproca delle 4 fasi del respiro: inalazione o Puraka, trattenimento a polmoni pieni o Kumbhaka, espirazione o Rechaka, trattenimento a polmoni vuoti o Sunyaka. A seconda del rapporto che queste 4 fasi prendono nel respiro si avranno effetti diversi: per esempio, un’inalazione prolungata, e un trattenimento a polmoni pieni più o meno lungo, alza leggermente la pressione e rivitalizza attenzione e calore. Una lunga espirazione e un trattenimento a polmoni vuoti abbassa leggermente la pressione e crea rilassamento e frescura. Anche respirare da una sola narice ha effetti profondi, se scegliamo di usare la narice destra avremo concentrazione e presenza nel mondo, calore e agitazione; scegliendo la sinistra avremo un altro tipo di concentrazione e presenza verso la nostra parte spirituale, fresco e calma. Questo accade perché il Prana, nel nostro corpo, agisce in 5 modi diversi, e con 2 polarità. Ma di questo parleremo in un prossimo articolo! Il nostro corpo utilizza con saggezza l’alternanza del respiro nelle narici alternandole circa ogni 2 ore, dando più forza al flusso sinistro la sera, quando è ora di riposare, e a destra la mattina, quando ci si sveglia. Provate a fare attenzione al vostro respiro, e vedrete i suoi cambiamenti con più chiarezza!

Gli esercizi avanzati di Pranayama, che alternano le narici e i tempi del respiro in maniera asimmetrica, vanno sempre eseguiti con la guida di un insegnante esperto, anche perché il respiro, questo fluire incessante della vita, è in contatto col nostro inconscio. Ogni avvenimento della vita influenza il respiro, e ogni volta che controlliamo attivamente il respiro possiamo sperimentare la liberazione di parte delle energie bloccate nella nostra vita, con esiti a volte intensi. Osservare il respiro e renderlo leggermente più calmo, simmetrico e profondo è invece una pratica che possiamo intraprendere con sicurezza e ci porta comunque a ripulire blocchi con gentilezza e semplicità. Osservando i pensieri senza farci coinvolgere e respirando con consapevolezza troveremo ben presto che avremo più leggerezza e profondità di respiro, e di vita.

Possiamo aggiungere a questa osservazione del respiro nella sua parte fisica una visualizzazione molto semplice, eppure profonda: il pranayama triangolare.

Ecco come si esegue:
Inspirando, immaginiamo e sentiamo l’aria fresca che dallo spazio appena sopra il labbro superiore fluisce in entrambe le narici, convergendo nel punto centrale della radice del naso e dello spazio tra le sopracciglia. Espirando, sentiamo l’aria ormai riscaldata che dallo spazio tra le sopracciglia e dalla radice del naso scorre nelle narici e sfiora lo spazio tra narici e labbro superiore. Avremo così visualizzato e formato un triangolo, percependolo ad ogni respiro, e la nostra coscienza percorrerà ad ogni respiro il percorso mentale dalla dualità all’unità, e di nuovo alla dualità, senza attaccarsi a nessuna delle due, ma essendone testimone ed osservatrice. Teniamo il respiro regolare e tranquillo, senza pause, ma col tempo, se sentiamo il bisogno di fermarci tra le fasi attive del nostro soffio vitale, accettiamolo rimanendo concentrati qualche istante nei 2 punti di arrivo: lo spazio tra le sopracciglia e lo spazio tra narici e labbro superiore: concentrarci in questi punti ci aiuta ad accedere ad una parte più profonda della nostra coscienza. La durata di questo pranayama ce la suggerirà il nostro stesso corpo: all’inizio è indicato fare una decina di respiri con piena attenzione, mano a mano che si acquista concentrazione e calma si può continuare anche parecchi minuti.

Una massima zen recita: Quando l'allievo è pronto, il maestro appare. Quando avrete praticato abbastanza queste semplici pratiche di Pranayama e sarà il tempo di passare a ritmi più personalizzati, possa il giusto Maestro apparire e insegnarvi!

Laura Sabbadin
Insegnante di yoga ed Educatrice ai Valori Umani

Laura Sabbadin

Educatrice

Sito web: www.saivivere.it