Come la natura si fa spazio nell’architettura, ispirando gli artisti nelle loro opere

Esiste un momento fugace, una sintonia che si crea fra l'artista e il luogo urbano, l’architettura e la natura.

L’artista interpreta, si ispira, ponendo il suo sguardo contemplativo, su di essa, poi attraverso il fare pittorico, rende l’esperienza viva, materialmente radicata nel mondo.

Piccoli alberi o arbusti, capita di vederli incorporati ai materiali urbani, trasformandoli, testimoni di una loro esistenza.

Quando l'uomo abbandona un territorio e le sue case, la natura si riprende ciò che prima delle costruzioni occupava.

La natura si espone, crea armonia e bellezza, si fa spazio nei muri, nelle case abbandonate, nelle crepe dell’asfalto spuntano fiori, sorprendendoci, Le fessure nei muri, hanno permesso il crescere silenzioso di piantine, nel cemento si sono formate crepe, dove in un minimo di accumulo di terra i semi sono riusciti a divenire fiori, piante e arbusti.

Quindi scopriamo, apriamo lo sguardo quando passeggiamo, guardiamoci attorno, lasciamo la nostra condizione quotidiana che limita un po' le nostre visioni, stiamo nel presente, nel respiro, modifichiamo il nostro modo di guardare alle cose, diamo importanza a ciò che si manifesta in modo poetico, facendoci vivere esperienze creative.

La natura ci riporta a noi, per riconoscerci, per sentire e sentirci per riconnetterci alla dimensione spirituale.

Piante che si integrano silenziosamente, si fanno spazio, per convivere e ricreare una riorganizzazione degli ambienti.

Sembra racchiudano in sé, il messaggio di accettare senza resistenze, sviluppare comunque e ovunque.

Se l’uomo se ne va, la natura si riprende ciò che prima era il suo spazio, creando quadri paesaggistici, suggestivi e surreali.

L’uomo negli ultimi 30 anni e più, ha abbandonato paesi di campagna che sono stati riconquistate da piante, erbe e fiori.

Provate a fare un giro in campagna, troverete case abbandonate diroccate il cui tetto è cascato, presentando all’interno un rigoglioso albero, che meraviglia!!! Fermatevi ad osservare, che spunti per un artista!!

 

La natura morta è una raffigurazione pittorica di oggetti inanimati.

Nella pittura classica si rappresentavano frutta, fiori ecc.., vedi opere pittoriche di Caravaggio e di Fantin - Latour.

Si potrebbe definire luoghi urbani morti con natura viva in corso.

Le Opere nella Street Art le crepe ad esempio, hanno la funzione di integrare un difetto in un'opera pittorica che lo metta in risalto invece di nasconderlo.

Nell’arte contemporanea, ci sono artisti che fanno della crepa l’elemento dominante delle proprie opere.

Kintsugi (l’arte di riparare con l’oro) Il Kintsugi è una filosofia orientale che significa letteralmente “riparare con l’oro”. È un’antica pratica e tecnica giapponese che consiste nel riparare oggetti in ceramica, utilizzando l’oro per saldare insieme i frammenti.

Una crepa nel muro con una piccola pianta, nata in essa, può evocarci che possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica, di speranza, una crepa valorizzata da una nascita spontanea.

Il nostro occhio cade cosi su un microcosmo che ci induce ad un pensiero ricco di spunti creativi e spirituali, punti di forza e non ferite.