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ALBERI SACRI – Parte 2 - Pioppo

ALBERI SACRI – Parte 2 - Pioppo

POPOLI NATIVI EUROPEI

Abbiamo già accennato al fatto che tutti gli uomini, anche quelli contemporanei, benché distratti dalle molteplici sensazioni e sollecitazioni del nostro mondo industrializzato, rimangono meravigliati quando si rapportano ai fenomeni della natura. I Popoli nativi, a qualsiasi cultura appartengano, hanno in comune l’attenzione per la Natura perché la percepiscono, fino da epoche antichissime, come rappresentazione della loro stessa esistenza, e loro stessi si considerano connaturati in tale quadro, in armonia con i corpi celesti, con tutte le forme di vita, i pensieri, le emozioni e la consapevolezza interiore che fa sentire di essere vivi e di esistere.


Per questo motivo in Europa, come in altri continenti, la religiosità dei popoli autoctoni si è manifestata con l’attenzione agli eventi stagionali, al ciclo delle piante e degli elementi, nei quali si esprime la forza vitale, riflesso di un Mistero, che questi nostri antenati ritenevano fosse alla base di tutta la vita.
Prima dell’affermazione e della conquista da parte di Roma, durata circa 900 anni (V sec. a.C. - IV sec. d. C) le popolazioni che abitavano l’Europa (Etruschi, Celti, Iberici, Germanici, Galli, ecc.) erano accomunati da una cultura di tipo “matriarcale”, e la Natura era percepita come la “Madre Terra”, intesa non solo come la distesa delle foreste, dei paesaggi o la meraviglia del cielo stellato, ma anche come una qualità invisibile e immateriale che permea tutta l’esistenza umana.
Madre Terra rappresenta la Natura nella sua qualità eterna, che ha dato vita all'umanità e che è capace di rigenerarsi sempre, in qualsiasi condizione avversa. In ogni contesto culturale esiste il mito di un'antica “Terra perenne”, perduta ma mai dimenticata dall’umanità. E’ stata identificata anche col Paradiso perduto, mito ricorrente anche nelle tradizioni del mondo civilizzato dei grandi regni storici. Gli antichi popoli del continente europeo avevano infatti un mito, quello della "Terra della gioia e della fratellanza", una dimensione che presso i Druidi era chiamata il “Mondo di Gwenved” o della luce bianca, illuminato dalla conoscenza dell’Oiw, la Causa prima origine e sostegno del tutto. Questo tema è stato assimilato in seguito dal cristianesimo come il “Regno dei cieli realizzato in terra”.

I boschi sono il centro della loro intera religione. Sono considerati la culla della razza e la residenza del Dio supremo al quale tutte le cose sono soggette ed obbedienti.
(Publio Cornelio Tacito, a proposito dei Germani)

BOSCO SACRO DEI CELTI (EUROPA CENTRALE: GALLIA, GERMANIA)

La vita cerimoniale dei popoli celtici dell’antica Europa si svolgeva all’interno di particolari luoghi sacri è il Bosco Sacro, dove i Druidi Celti si riunivano per i riti.
Nella boscaglia impenetrabile che ricopriva il pianeta, gli uomini scoprivano radure circolari libere da vegetazione. Queste, aprendo un inevitabile varco tra le cime degli alberi, consentivano di mostrare di giorno i raggi del sole che scendevano tra le fronde e di notte il cielo stellato. Per queste caratteristiche le radure diventavano veri e propri luoghi magici segreti dove si affacciava il mistero della vita e della morte.
Nella lingua gallica il termine usato per indicare il bosco sacro era "Nemeton", cioè un bosco o una radura sacra all'interno del bosco stesso. Anche in latino la parola “nemus” significa bosco che contiene una radura, e aveva una funzione sacra, mentre i boschi comuni venivano chiamati dai romani “silva”.
Furono donne le prime sacerdotesse ad entrare in contatto col mondo magico del bosco, a danzare per  le forze della natura, trarne visioni e profezie e sperimentare l’uso delle erbe medicinali, in un misto di scienza e magia.
La donna era sacra, come la Madre Terra, per la sua capacità di procreare, e per il segreto che la lega ai ritmi della natura, fino a che si impose la supremazia maschile, che trasformò il sacerdozio in una prerogativa dei soli uomini.
Per gli antichi druidi il contatto con il trascendente non poteva avvenire in una dimensione di un tempio, con le pareti in pietra. I sacerdoti, mediante “pendoli” e “forcelle rabdomantiche”, perlustravano le foreste per rilevare la presenza di correnti energetiche sotterranee o incroci di linee di forze telluriche particolari.
Solitamente venivano scelte zone boschive costituite da querce, e raramente da betulle o pioppi. Alle volte i “nemeta” venivano realizzati di proposito, dopo aver individuato le radure adatte allo scopo, sulla sommità di grandi colline, oppure in presenza di fonti, fiumi e laghi.
Un antico “Nemeton”, un “Bosco sacro” degli antichi Celti, realizzato sulla sommità di una collina della Brianza in Italia, è ancora individuabile. La collina viene reputata da molti ricercatori risalente a circa 10-15000 anni a.C.
Ogni Nemeton costituiva il luogo sacro in cui si manifestava l’aspetto più segreto della Tradizione druidica, attraverso l’insegnamento dato agli allievi, ma rappresentava anche il luogo in cui la comunità si riuniva per le varie celebrazioni annuali e per lo scambio di normali relazioni umane.
(continua…)

Preghiera Celtica

Possa la strada venirti incontro, possa il vento sospingerti dolcemente, possa il mare lambire la tua terra e il cielo coprirti di benedizioni.
Possa il sole illuminare il tuo volto e la pioggia scendere lieve sul tuo tempio.
Possa Iddio tenerti sul palmo della Sua mano fino al nostro prossimo incontro.

Olimpia Giovine
Agronomo e Formatrice

 

UN ALBERO AL GIORNO

PIOPPO

PIOPPO TREMULO - Populus tremula

PIOPPO NERO – Populus nigra

Famiglia Salicaceae

Nomi comuni: P. nero, P. tremolo

Si raggruppano entrambi in un’unica scheda, in quanto appartenenti allo stesso genere, e sono simili per le caratteristiche e le tradizioni antiche che li riguardano.
Sono alberi di prima grandezza, arrivano, rispettivamente, il P. NERO a superare i 30 metri, mentre il TREMOLO è un po’ più piccolo. Le piante di Pioppo non sono molto longeve, raggiungono al massimo i 100-150 anni. Il pioppo nero è un albero massiccio e imponente, il tremulo è più slanciato, simile alla Betulla. Le foglie sono caduche, triangolari nel pioppo nero, mentre quelle del tremulo sono rotondeggianti, assomigliano alle foglie della Betulla, ma più grandi. La corteccia del Pioppo nero è….nerastra e molto fessurata, quella del Tremolo è abbastanza chiara, dal grigio verdastro al giallo-grigio. Il portamento dei rami è aperto, la chioma espansa e luminosa consente la crescita del sottobosco. I fiori sono raccolti in “amenti penduli” e separati: il pioppo infatti è una pianta DIOICA, cioè esistono esemplari che portano fiori maschili ed esemplari con infiorescenze femminili.
I semi sono avvolti da involucro cotonoso, il caratteristico “piumino bianco” che, volando, si sparge abbondante a primavera inoltrata.
I pioppi sono comunemente diffusi in Europa, amano terreni poveri, le pianure alluvionali, dove crescono molto rapidamente, stabilizzando e drenando i substrati. Grazie all’abbondante produzione di foglie, creano molto HUMUS, perciò fertilizzano i suoli, ed ospitano colonie di funghi, rivitalizzando i terreni aridi.
La crescita dei pioppi è molto rapida, e perciò il legno è tenero, e si usa per la produzione di carta, bancali, piccoli mobili e fiammiferi.
Proprietà terapeutiche
I germogli sono ricchi di oli essenziali e di resina. Il pioppo, sull’organismo umano, ha lo stesso effetto che sui terreni: è drenante, ed usato per problemi alla vescica e ai reni. Si utilizzano i giovani germogli in infuso. Il pioppo Tremulo è, tra i rimedi di Bach, “ASPEN”, e serve a combattere la paura, l’apprensione e l’ansia.
Tradizione e simbologia
Nei miti e nelle tradizioni nordiche il Pioppo nero non compare, a differenza del Pioppo Tremulo, che era un albero sacro per i Druidi celtici, probabilmente perché il P. nero, diffuso al sud, non aveva ancora colonizzato i territori del Nord Europa. I Greci i lo ritenevano legato al regno di Ade, e consacrato ad Ecate, la dea della morte. Il Pioppo tremulo invece, nella tradizione druidica, rappresentava l’espansione delle qualità di percezione, per via della chioma espansa e “mormorante”, cui si attribuiva una funzione oracolare.
La memoria delle azioni rituali legate al pioppo tremulo è scomparsa assieme ai druidi e a tutto quanto, legato al mondo magico naturale, è stato perseguitato e scalzato dal predominio della religione di stato.
Ispirazioni
Il Pioppo Nero è legato al passaggio nell’Aldilà, è un canale, una porta che permette di raggiungere altri regni di Coscienza.
Il Pioppo Tremulo è espanso, luminoso, legato al sole, trasforma la paura in opportunità.
Il nome “Pioppo” deriva dal latino “populus”, poiché le foglie, agitate dal vento, rimandano il rumoreggiare di una folla di persone riunite. Mettiamoci in un pioppeto, per un periodo di tempo in ascolto dei pioppi: il muoversi del fogliame nel vento rimanderà la voce interiore, dandoci pace, ed ampliando sentimenti di tolleranza e la consapevolezza che siamo tutti Uno.

 

Redazione

Progetto Sai Vivere

Sito web: www.saivivere.it
Sai Vivere è un progetto SSIO-Italy.