Protezione dell’ambiente come casa comune

Quando un uomo fa un lavoro ammirato da tutti, diciamo che è meraviglioso. Ma, quando vediamo i cambiamenti del giorno e della notte, il sole, la luna e le stelle nel cielo, e il mutare delle stagioni sulla terra, con i loro frutti in maturazione, chiunque dovrà rendersi conto che si tratta del lavoro di qualcuno più potente dell’uomo.1

La Natura è la più grande opera nota all’uomo. Le sue infinite complessità e interrelazioni possono essere viste come prova di un maestro creatore. Ogni respiro che facciamo mostra la nostra interdipendenza con la Natura.

Questo bellissimo pianeta, generoso e vivificante, che chiamiamo Terra, ha dato vita a ciascuno di noi, e ognuno la porta in ogni cellula del corpo. ... La Terra è nostra madre, che ci nutre e ci protegge in ogni momento, dandoci aria per respirare, acqua fresca da bere, cibo da mangiare ed erbe curative per curarci quando siamo malati.2

Siamo chiamati a servire per dimostrare alla Natura, nostra madre, gratitudine per l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo e il cibo che rende possibile la nostra vita. Con tutti i doni che riceviamo da Madre Terra deriva la responsabilità di prendersi cura di lei, di preservare la sua bellezza e il suo delicato equilibrio, da cui dipendiamo tutti.

La Mancanza di Consapevolezza dell’Uomo

Come amministratori della creazione di Dio, siamo chiamati a fare della terra un bellissimo giardino per la famiglia umana. Quando distruggiamo le nostre foreste, devastiamo il nostro suolo e inquiniamo i nostri mari, tradiamo quella nobile chiamata.” Papa Francesco, 18 gennaio 2015

Per la prima volta nella storia, le abitudini dell’uomo hanno un impatto significativo sulla salute del nostro pianeta. L’uomo ha dimenticato che, essendo parte della Natura, ha una responsabilità intrinseca a prendersene cura.

L’uomo ha perso di vista l’unità essenziale che è alla base della diversità della Natura. Frastornati dagli oggetti del mondo, siamo guidati dal desiderio, dall’avidità e da motivi egoistici. Inseguiamo le attrazioni esterne della Creazione, cercando invano di riconquistare un senso di completezza e felicità permanente. Questa ignoranza e i nostri desideri insaziabili portano a un consumo eccessivo di risorse naturali e al degrado del nostro pianeta.

Nella sua lettera enciclica “Cura della Nostra Casa Comune”, Papa Francesco spiega che la disconnessione dell’uomo ci ha purtroppo portato a considerare la Natura come una risorsa separata e a noi sottomessa. Di conseguenza, l’uomo ha smodatamente saccheggiato la Natura.

Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza presente nel nostro cuore si manifesta anche nei sintomi di malattia evidenti nel suolo, nell’acqua, nell’aria e in tutte le forme di vita. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra. Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr. Gen 2:7). Il nostro stesso corpo è costituito degli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora.3

Buddha parlò anche dell’importanza di preservare la Natura. Insegnò che tutti gli esseri sono interdipendenti e che, se l’ambiente soffre, anche l’uomo soffrirà. Il Collettivo Mondiale Buddista per il Cambiamento Climatico ribadisce la saggezza di Buddha nel contesto contemporaneo.

...la vita di tutti i giorni può facilmente portarci a dimenticare che le nostre vite sono intrecciate inestricabilmente con il mondo naturale attraverso ogni respiro che facciamo, l’acqua che beviamo e il cibo che mangiamo. Attraverso la nostra mancanza di comprensione intuitiva, stiamo distruggendo i sistemi di supporto vitale da cui noi, assieme a tutti gli altri esseri viventi, dipendiamo per la sopravvivenza. …

L’umanità deve agire assieme sulle cause profonde di questa crisi ambientale, che è provocata dal nostro uso di combustibili fossili, modelli di consumo insostenibili, assenza di consapevolezza e mancanza di preoccupazione per le conseguenze delle nostre azioni.4

Questa mancanza di consapevolezza e preoccupazione porta a desideri sfrenati e modelli di consumo che danneggiano l’ambiente. Il rimedio è capire la catena di causa ed effetto nella Natura, controllare i nostri desideri, sviluppare il rispetto per la Terra e un modo di vivere più compassionevole.

Noi ci perdiamo nell’acquisto e nel consumo di cose che non ci servono, mettendo a dura prova sia il nostro corpo sia il pianeta. Non abbiamo bisogno di consumare molto per essere felici; in effetti, possiamo vivere in modo molto semplice. ... Dobbiamo tutti tornare a riconnetterci con noi stessi, con i nostri cari e con la Terra. Non è il denaro, il potere o il consumo che possono renderci felici, ma avere amore e comprensione nel nostro cuore.

Dobbiamo consumare in modo tale da mantenere viva la nostra compassione. Eppure molti di noi consumano in modo molto violento. Le foreste vengono abbattute per allevare il bestiame per la carne o per far crescere i cereali per i liquori, mentre milioni di persone nel mondo muoiono di fame. Ridurre del 50% la quantità di carne che mangiamo e dell’alcol che consumiamo è un vero atto d’amore per noi stessi, per la Terra e gli uni per gli altri. Mangiare con compassione può già contribuire a trasformare la situazione che il nostro pianeta sta affrontando e ripristinare l’equilibrio per noi e la Terra.5

La mancata adozione di questa visione compassionevole avrà conseguenze disastrose per ciascuno di noi, le nostre famiglie e il futuro dell’umanità, per cui riduciamo i nostri desideri e cambiamo i nostri modelli di consumo.

Lo scopo della vita è essere parte di tutto ciò che c’è. ... noi siamo connessi a tutte le cose e la dimostrazione è palpabile. Siamo una cosa sola con tutto ciò che c’è.6

Tratto da: “La natura, il vestito di Dio”, Sathya Sai International Organization, 2018, pp. 28/34

1 Chased-by-Bears, Santee-Yanktonai Sioux, Nordamerica, 1843–1915
2 Maestro Zen Thich Nhat Hanh, 2 luglio 2015
3 Papa Francesco, 24 maggio 2015
4 Collettivo Mondiale Buddista per il Cambiamento Climatico, 29 ottobre 2015
5 Maestro Zen Thich Nhat Hanh, 2 luglio 2015
6 Zio Bob Randall, Vecchio Aborigeno dello Yankunytjatjara, Australia, 1934–2015

 

Redazione

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