Deforestazione e Forestazione

Le foreste sono fondamentali per la nostra vita. Sono fonte di cibo, rendono più pulita l’aria che respiriamo, influenzano positivamente il clima, impediscono o rallentano i fenomeni di degrado dei suoli, conservano piante medicinali di valore assoluto, se ben utilizzate costituiscono una fonte importante di biomassa utile per le attività dell’uomo, sono uno scrigno di biodiversità: si stima che nella foresta amazzonica siano presenti più di 100.000 specie di invertebrati, 3.000 specie di pesci, 1.300 specie di uccelli, 427 specie di mammiferi, 400 di anfibi e 60.000 specie di piante.

La maggiore estensione forestale si trova nell’emisfero boreale (foreste canadesi e taiga siberiana) e copre una superficie di 17 milioni di km²; la foresta amazzonica copre una superficie di 6 milioni di km².

Secondo l’ultimo rapporto FAO (The global forest resources 2020) sullo stato delle foreste nel Pianeta, la deforestazione continua ma fortunatamente ad un ritmo più lento rispetto al passato. Si stima che a partire dal 1990 siano stati persi 178 milioni di ettari di foresta pari a circa 6 volte la superficie dell’Italia.

In particolare l’indagine evidenzia disparità nei diversi continenti. Negli ultimi 10 anni la superficie forestale è aumentata in Asia, Oceania ed Europa ma è diminuita in modo più evidente in Sudamerica e Africa.

Quali sono le cause della deforestazione e del degrado forestale?

La deforestazione e il degrado forestale sono principalmente conseguenze delle attività umane.

Agricoltura industriale

L'agricoltura è il principale motore della deforestazione in tutte le regioni ad eccezione dell'Europa. La conversione delle foreste in terreni coltivati ​​è il principale motore della perdita di foreste. Secondo la FAO, è la causa di almeno il 50% della deforestazione globale, principalmente per la produzione di olio di palma e semi di soia.

Il pascolo del bestiame è responsabile di quasi il 40% della deforestazione globale. In Europa, la conversione in terreni coltivati ​​rappresenta circa il 15% della deforestazione e il 20% è dovuto al pascolo del bestiame.

Urbanizzazione

Lo sviluppo urbano e infrastrutturale, compresa la costruzione e l'espansione delle strade, è la terza causa principale della deforestazione globale. Rappresenta poco più del 6% del totale. Eppure è la causa principale della deforestazione in Europa.

Sfruttamento eccessivo delle risorse legnose

Altre attività dannose legate alle attività umane includono la raccolta eccessiva di legname, anche per il combustibile, e il disboscamento illegale o non sostenibile.

La distruzione delle foreste non è un destino ineluttabile; l’obiettivo n° 15 dell’Agenda 2030 si propone la tutela, il ripristino e la promozione dell’uso sostenibile degli ecosistemi per favorire la vita sulla Terra. Molti Paesi si muovono in questa direzione. In Svezia, dove vi sono grandi foreste utilizzate a livello industriale, la legge impone la piantumazione di tre alberi ogni volta che se ne abbatte uno. In Italia, grazie a misure di protezione che vanno avanti da decenni, e anche per l’abbandono dei territori montani dell’Appennino la superficie boschiva è quasi raddoppiata.

In India il 2 luglio 2017, in un solo giorno, sono stati piantati quasi 67 milioni di alberi grazie alla mobilitazione di 1,5 milioni di cittadini nello stato del Madhya Pradesh. 50 milioni di alberi erano stati piantati l’anno precedente, in un solo giorno, con la mobilitazione di 800 mila cittadini nello stato dell’Uttar Pradesh. In questo modo l’India ha raggiunto con largo anticipo l’obiettivo di piantare 95 milioni di alberi previsti nel piano di Agenda 2030.

In Brasile, una ONG statunitense, (Conservation Internacional) si è proposta di piantare, entro i prossimi sei anni, 73 milioni di alberi in Amazzonia. In Kenya, un progetto governativo prevede di piantare, coinvolgendo le comunità locali, 20 milioni di alberi, per arrestare la deforestazione delle aree montane.

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Redazione

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