Reale o Apparente?

La Verità è una, i filosofi la definiscono in varie forme e nomi. (1)

Il duplice livello della Verità è stato riconosciuto nella Filosofia Occidentale antica molto chiaramente.

Andare oltre ciò che appare per darne la spiegazione è, riflettendo, il vero senso e scopo della Filosofia. Ciò che vediamo, sentiamo, sperimentiamo con gli organi sensoriali, da una parte attrae, in quanto è legato alla nostra sopravvivenza, alla nostra azione, al nostro pensare il mondo nel quale siamo inseriti.

Dall’altra, ciò suscita stupore per la bellezza, la potenza e la grandiosità di cui anche l’Umanità vive e gioisce. Un altro sentimento o emozione, invece, ci prende quando, sentendoci separati e piccoli, avvertiamo lo sgomento, perché non riflettiamo con mente pura, direbbe Vico, e non riconosciamo l’unità del tutto.

Conoscere la Causa prima di ciò che recepiamo dei fenomeni è proprio ciò che diciamo Metafisica. Con il progresso scientifico e le scoperte della Fisica, la ricerca della Realtà ultima sembra destinata al tramonto. Quasi un senso di inutilità di questo tipo di ricerca ardua attraversa l’indagine del pensiero contemporaneo.

In altri termini, sembra che la Fisica, come ricerca intorno al mondo fenomenico o apparente, quindi, altra cosa rispetto alla Metafisica, dia tutte le risposte a tutte le possibili domande che hanno sempre formulato gli uomini, in qualsiasi tempo e in qualsiasi luogo. È proprio così?

No, di certo. Ricercare un principio unificante della molteplicità visibile è un’esigenza insopprimibile dell’umanità che attraversa tutta la storia del Pensiero sia in Occidente che in Oriente.

Infatti, se noi prendiamo in esame i fondamenti dell’indagine filosofica in Parmenide di Elea (515-10 a.C.), che si diceva ispirato dal dio Apollo, ritroviamo nella sua opera Intorno alla Natura l’espressione che l’Essere è unico, eterno, identico a sé stesso, infinito. l’Essere è e non può non Essere, poiché non è concepibile pensare il non Essere o Nulla, se non in rapporto all’Essere, né di esso è possibile parlare. Una posizione così granitica, ispirata per di più dal divino Apollo è quella che nei testi sacri vedici o nelle Upanishad si dice dell’Advaita.

L’Uno si fece i molti. (2)

Del resto, già prima di Parmenide, Pitagora (575 a.C.) aveva proclamato che l’origine del tutto è l’Uno o Parimpari, che aggiunto al pari dà il dispari e aggiunto a questo dà il pari.

Chi muove i primi passi su questo sentiero prova la vertigine della profondità inconsueta del pensiero che sfida l’apparenza, nella quale l’uomo comune si muove con destrezza e senza disagio. Ma non quietamente, per i grandi del pensiero, che sono ricercatori della Verità.

Molti secoli dopo di loro, e dopo le grandi metafisiche di Platone, che riprendeva la realtà dell’unico Essere e di Aristotele, che conciliava nell’oggetto concreto l’individuale e l’universale, cioè apparenza e realtà, l’indagine metafisica con Kant (1724-1804) diveniva un’aspirazione umana a cui non si può dare valenza scientifica, poiché l’intelletto umano non può superare i limiti del fenomeno, se non come esigenza, che appare insoddisfatta.

Tuttavia, tale bisogno o tensione umana si trova compreso e soddisfatto, potremmo dire, nella vita Morale e nell’Arte. Il Bene e il Bello guidano la nostra vita più importante e significativa: con la legge morale innata ed universale per realizzare una retta condotta; con l’esperienza del bello e del sublime viviamo una dimensione appagante ed equilibrante delle nostre emozioni più positive.

Bene e Bello, che sono valori interiori all’Uomo, gli fanno vivere la gioia della contemplazione dell’armonia e della potenza nella Natura. L’armonia, la bellezza, la potenza della Natura ci rimandano ad un Divino Architetto del Mondo: la Meta a cui aspiriamo da sempre.

La conoscenza scientifica è paragonabile ad un semicerchio, essa riguarda il mondo esterno, la conoscenza spirituale è il cerchio perfetto, che comprende la realtà dello Spirito. (3)

Se l’Uomo ha il coraggio di perseguire questa Verità è in armonia con il Sé, la sua vera natura. Questo comporterà un cambiamento nella Rettitudine foriera di Pace, ma anche di Amore solidale e fraterno.

Insegnante di Filosofia ed Educatrice ai Valori Umani
Ester Campoli

(1) Sathya Sai
(2) Rg Veda
(3) Sathya Sai

Ester Campoli

Insegnante

Sito web: www.saivivere.it