Il senso religioso nell’uomo

... E quando miro in cielo arder le stelle,
dico fra me pensando:  A che tante facelle? 
Che fa l'aria infinita e quel profondo infinito seren? 
Che vuol dir questa  solitudine immensa? 
Ed io che sono?(1)

…Ed io che sono?

Questa è la domanda che guida l'essere umano: viviamo per scoprire chi siamo.

E con questa prima, fondamentale domanda nasce la Religione.

Alla fine il ricercatore scoprirà che egli è ciò che cerca, e ciò che cerca è la sorgente dell'indagine. (2)

Un uomo non entra mai nel santuario della Religione senza la conoscenza di sé, che sta alla base del controllo di sé, della volontà e della realizzazione del Sé o del Divino, che è l'obiettivo di tutte le Religioni e del nostro pellegrinaggio sulla Terra

Più conosco me stesso, più conosco Dio. (3)

La prima definizione del termine "Religione", ovvero del suo originario termine latino religio, la dobbiamo a Cicerone, che così la esprime: Religio è tutto ciò che riguarda la cura e la venerazione rivolti ad un essere superiore la cui natura definiamo divina. (4)

Nel linguaggio filosofico, Religione è il ritorno alla nostra vera natura, che è Sat Cit Ananda, alla fonte del nostro essere, all'Ens Verum Bonum.

La Religione è il legame fra l'individuo e l'universo, fra "Jiva" (Individuo) e "Deva" (Dio). (5)

Religione è realizzazione. Solo se saprete realizzare la verità circa voi stessi, potrete comprendere che cosa sia la Religione. (6)

Il fine della Religione

La Religione deve necessariamente condurre l'uomo:

• dalla semplice coscienza di sé alla Divina e Suprema Coscienza
• dal sogno e dal sonno del nostro stato di esistenza terrena, allo stato di illuminazione
• dalla relatività o diversità, all'Assoluto

Lo sviluppo del senso religioso

L’uomo sviluppa un senso religioso (una Religione) fra ciò che è e ciò a cui aspira ad essere. In ogni momento, la Religione di un uomo esprime fin dove egli può spiritualmente arrivare, cioè fin dove la sua coscienza può spingersi.

Ogni uomo ha una sua particolare forma religiosa che si adatta ai propri bisogni spirituali.

Quindi, potremmo dire, che:
• L’uomo crea Dio e Dio crea l’uomo e, a seconda del punto di incontro di questa reciproca creazione, abbiamo le diverse visioni religiose.
• Dio (annullandosi) crea l’uomo a sua immagine e somiglianza, affinché la volontà dell’uomo (annullandosi) crei Dio a sua immagine e somiglianza.

La fase animistica

La fase animistica è tipica di un uomo che attribuisce un ego agli animali e alle cose (acqua, rocce, vento, ecc.). In questa fase predomina il timore e lo stupore.

La nascita degli Dei


Quando l’uomo comprende maggiormente quello che gli succede attorno, la sua paura si attenua e il senso d’impotenza diventa venerazione e ammirazione. Allora crea un ideale della sua propria natura, verso il quale ha una sorta di atteggiamento collaborativo ed anche emulativo. Ma invece di dire: «Ho creato Dio a mia propria immagine», dice: «Noi abbiamo creato l'uomo a Nostra somiglianza»


Dagli Dei al Dio unico


Quando l’uomo comprende che i molti Dei non sono altro che il disvelamento degli infiniti aspetti di un solo Dio, nasce il monoteismo.


Dal Dio esteriore al Dio interiore


Infine l’uomo si rende conto di essere solo nell’universo, di non avere più nessuno sopra di sé, di essere l’identità assoluta creatrice rimasta in mezzo al guado della coscienza (la buia notte dell’anima), allora comprende che ora spetta a lui stesso divenire Dio.

… In altre parole , lasciate che il “fuori” diventi come il “dentro” , il “superiore” come l‘“inferiore” , il maschio come la femmina; lasciate che il primo diventi ultimo e l’ultimo primo: in breve, permettete agli opposti  di riunirsi … (7)


Dov'è la mia dimora?
Dove non siam né io né tu.
Dove il mio fine ultimo, cui devo giungere?
Dove nessun fine si trova.
Ove dunque mi volgerò?
Ancora oltre Dio, a un deserto, devo tendere. (8)


Ciò comporta un diverso concetto di Dio: non più all’esterno, ma all’interno dell’individuo. Esiste ancora la separazione e, attraverso il dolore per l’incompletezza dell’essere, si compie il grande balzo per arrivare all’affermazione coscienziale “Tat Tvam Asi”.(9)


L’incontro con la Realtà Assoluta è l’esperienza mistica.


È come l'acqua del cielo che cade in un fiume o in una fonte, dove si confonde in tal modo da non saper più distinguere quella del fiume da quella del cielo; oppure come un piccolo ruscello che va a finire nel mare, da cui non è più possibile separarlo; o come una gran luce che entra in una stanza per due finestre: vi entra divisa e dentro si fa un tutt'uno. (10)


Con la totale identificazione dell’uomo con l’Assoluto, la Religione finisce il suo compito di guida verso il divino, come il sentiero che porta alla vetta.


Carla Gabbani
Insegnante di Yoga e Formatrice

(1)    Leopardi -  Il pastore errante dell’Asia
(2)    Jean Klein - Io sono
(3)    San Bernardo
(4)    Cicerone - De inventione II,161
(5)    Sathya Sai- Dio è Unità
(6)    Sathya Sai - Discorso 21.11.2001
(7)    Jean Doresse - The Secret Books of the Egyptian Gnostics
(8)    Angelus Silesius -  Il Pellegrino Cherubico- I, 7
(9)    Tat Tvam Asi – Assioma vedico “Tu sei Quello”
(10)  Teresa D’Avila - Il castello interiore- settima stanza

Carla Gabbani

Educatrice

Sito web: www.saivivere.it