La Luce e l’Ombra

Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perché oltre la nera cortina della notte c’è un’alba che ci aspetta. (1)

Nel mondo della nostra visione offuscata delle cose, regna la notte dell’ignoranza che avvolge totalmente l’essere. Ma la notte tiene nel suo seno l’aurora nel ciclo costante di luce e buio, di successioni di illuminanti rivelazioni e cupi momenti, finché non giungerà definitivamente la Luce nella Sua grandezza di Amore e Conoscenza. Sono le notti divine, i momenti di ombra, che operano per la nostra crescita.

E quando l'ombra dilegua e se ne va, la luce che si accende diventa ombra per altra luce. Così la vostra libertà, quando spezza le sue catene, diventa essa stessa catena di una più grande libertà. (2)

In questo verso Gibran esprime, in maniera poetica, il concetto di alternanza di luce e ombra nella nostra vita e ci fa comprendere come la ricerca della Verità sia un processo nel quale ogni tappa è punto d’arrivo e, al tempo stesso, di partenza per un nuovo ampliamento di coscienza. L’ombra quindi è parte integrante dell’evoluzione spirituale e non può esserne esclusa. Nello Zohar o Libro dello Splendore, che è il testo più importante della tradizione cabalistica, si dice: La luce dorata della fiamma di una candela siede sul trono della sua luce scura che aderisce allo stoppino.

Il simbolo del Tao racchiude perfettamente questo concetto: due gocce, una nera e una bianca, che si rincorrono all'infinito, mentre ciascuna di esse contiene anche qualcosa dell'altra. Il Tao raffigura la danza degli opposti e il modo in cui in ognuno dei due elementi sia presente e agente anche l’altro elemento: come nella Luce ci sia l’Oscurità e nell’Oscurità la Luce. In effetti, non potremmo vedere la luce se attorno non fossimo circondati da qualcosa che fa da contrasto alla luce stessa, ovvero dal buio. Ma quando, attraverso il percorso spirituale, cesseremo di percepire luce e ombra come due opposti e li integreremo dentro di noi nel loro continuo dinamismo, la via dell'Unità sorgerà spontaneamente.

Quando l'ignoranza è dissipata non c'è più né giorno né notte, né essere né non essere. C'è solo il Signore benefico e imperituro, che è adorato dal creatore dell'universo e che è l'origine della conoscenza antica. (3)

Il percorso spirituale implica una radicale purificazione e trasmutazione dell’essere, l’elevazione della coscienza a livelli mai toccati prima e il suo espandersi in nuova dimensione interiore. Ma tutto questo processo attraversa, necessariamente, quella fase che i mistici hanno chiamato “la notte dell’anima”.

Nel nostro percorso verso la Luce, vi è un momento in cui tutto all’esterno e all’interno si fa buio, quando tutto quello che ci sembrava stabile, sicuro, non ci dà più affidamento, quando percepiamo che abbiamo abbandonato i nostri vecchi schemi, ma non ne abbiamo ancora costruiti di nuovi e ci sentiamo come in mezzo a un lago di cui abbiamo lasciato la riva sicura, ma non vediamo ancora l’altra sponda; ecco, in quel momento stiamo sperimentando “l’oscura notte dell’anima”.

Io gridai infuriato: … “È questa la tua via, anima mia? Tu tessi intorno a me la tenebra più fitta e io sono come un matto imprigionato nella tua rete. Ma voglio che tu m’insegni.”

Allora l’anima mi parlò, dicendomi: “Il mio è un sentiero di luce.”

Replicai sdegnato: “Chiami luce quello che noi uomini definiamo la peggiore delle tenebre? ...…Dove sono finite le certezze? Dove la terraferma? Dove la luce? La tua tenebra non solo è più nera della notte, ma è anche senza fondo”. (4)

Il viaggio verso la Luce può essere molto destabilizzante e faticoso, ma anche se non dovessimo avere più energia per superare i momenti d’ombra, se volessimo restare negli spazi confortevoli di ciò che conosciamo, dobbiamo capire che non possiamo fare altro che vivere questa fase, passare attraverso questa oscurità, perché è il solo percorso possibile che la Vita ci chiede di fare.

… a causa della solitudine e dell’abbandono della notte oscura, l’anima non riesce neppure a trovare consolazione e sostegno in dottrine e in maestri dello spirito e malgrado le si lasci intendere in diversi modi che da tali sofferenze le verranno dei gran beni, non può crederci. (5)

L’anima resta inchiodata lì, senza essere più padrona di sé, senza poter pensare ad altro fuorché alle sciocchezze stivate nella fantasia, insulse, sconclusionate, buone soltanto a soffocarla e a farla uscire di sé… È indicibile quanto si soffra in questi frangenti. L’anima si butta alla ricerca di un riparo e Dio permette che non lo trovi…. (6)

Tutte le tradizioni religiose, anche se con termini diversi, parlano di questa notte buia dell’Anima, come un momento di espansione della consapevolezza in cui dobbiamo attivare strutture e capacità differenti da quelle che abbiamo utilizzate fino a quel momento; dobbiamo rompere i nostri vecchi schemi, che stanno frenando, bloccando la nostra evoluzione. Questa notte è una sorta di morte e rinascita, in cui ciò che muore è solo la nostra identità illusoria. Questo periodo di tristezza, paura, angoscia, confusione e solitudine ci spinge a cercare nuovi significati, nuove strade, ma soprattutto a ritrovare il nostro proposito di incarnazione.

Non ci può essere rinascita senza una notte oscura dell’anima, un totale annientamento di tutto ciò che hai creduto e pensato di essere. (7)

Ma se riusciremo ad essere coraggiosi a sufficienza per rischiare, verremo trasformati. Se saremo disposti a scendere nella profondità di noi stessi e attraversare il vuoto totale, la Luce del Tutto si riverserà su di noi e ci riempirà di Beatitudine e Amore infiniti.

Supponiamo per un momento che una persona cominci ad avvertire l’infinito in tutto, ogni pensiero, ogni idea lo portano a rendersi conto dell’infinito. Questo accadrà inevitabilmente a colui che è sul punto di capire un ordine superiore della realtà. Ma in circostanze del genere che cosa avvertirà questa persona? Percepirà un precipizio, un abisso, dovunque guardi; e proverà davvero un orrore incredibile, paura e tristezza, finché questa paura e questa tristezza non si trasformeranno nella gioia della percezione di una nuova realtà.

Prima di tutto percepirà che il suo vecchio mondo, il suo comodo e consueto mondo, quello in cui nacque, quello a cui si è assuefatto e che esso immagina l’unico vero, sta andando in rovina e cade tutto a pezzi. Ogni cosa che prima sembrava vera, diventa falsa, ingannevole, fantastica, irreale. L’impressione dell’irrealtà di tutto il suo ambiente sarà fortissima…. Una piccola miserabile anima si sente sospesa in un vuoto infinito. Poi anche questo vuoto sparisce…. E non esiste niente, c’è solo l’Infinito. (8)

Carla Gabbani
Insegnate di Yoga e Formatrice

 -------------

1. Khalil Gibran
2. Khalil Gibran, Il Profeta
3. Svetasvatara Up. 4.18
4. C.G. Jung, Liber Novus
5. Giovanni della Croce, L’oscura notte dell’anima
6. Teresa d’Avila, Il libro della Vita
7. Hazrat Inayat Khan
8. P.D. Ouspensky, Tertium Organum

Carla Gabbani

Educatrice

Sito web: www.saivivere.it