Yama e Niyama, gli argini del fiume

I primi 2 passi che Patanjali ci descrive nel percorso dello yoga sono Yama e Niyama, 10 regole che stanno alla base di una vita responsabile, pura, capace di portare beneficio a sé stessi e alla società. Sono regole semplici, le famose indicazioni che si imparano da piccoli e dovrebbero guidare la nostra vita in automatico.


Yama si riferisce alle qualità della relazione che abbiamo con la società:
Nonviolenza (Ahimsa), Sincerità (Satya), Onestà (Asteya), Continenza sessuale (Brahmacharya), Non avidità nel possedere (Aparigraha).
Niyama si riferisce alla qualità della relazione con la nostra sfera personale: Purificazione (Saucha), Accontentarsi (Santosha), Austerità (Tapas), Studio e conoscenza di sé (Svadhyaya), Abbandono alla Volontà Divina (Ishvarapranidhana).
Queste indicazioni sono facili da capire, ma Sathya Sai allarga la nostra visione spiegandoci che Yama si riferisce all’attaccamento al corpo ed ai sensi.
L’Assoluto, Dio Onnipotente, Brahman, nella nostra cultura, non ha attributi e insieme li ha tutti. Non può essere spiegato né confinato ma solo vissuto come Satcithananda, (Esistenza, Coscienza, Beatitudine). L’uomo vede il mondo reale così com’è a causa del suo attaccamento al corpo e ai sensi, e si ritrova spesso nella situazione di scambiare un pezzo di corda per un serpente pericoloso a causa della poca conoscenza, (Jnana). L’attaccamento ai risultati delle azioni, agli attaccamenti e avversioni, rende la nostra vita una montagna russa di gioia e dolore.
Il pittore Escher ha indagato a fondo sul tema della falsa percezione e ci ha regalato quadri che scuotono le nostre certezze. Questo quadro si chiama “Angeli e diavoli” e ci mostra come la nostra mente limitata tende a vedere una sola delle 2 categorie alla volta.



Proseguendo ad analizzare Niyama vediamo che la ricerca interiore rivolta alla nostra vera natura pone rimedio agli attaccamenti e avversioni. Si comincia ad immergersi nell’esperienza personale e inequivocabile di gioia, amore omnicomprensivo e consapevolezza. Il magnete divino comincia ad attirare sempre più potentemente il cuore del devoto, avvolgendolo nella dolcezza di Esistenza, Coscienza, Beatitudine. (Satchitananda)

I 2 passi di Yama e Niyama, i 2 argini che canalizzano la ricerca spirituale che come un fiume sempre più potente cerca la sua consumazione nell’oceano, dove sarà uno col Tutto, sono così un'indicazione preziosa per il ricercatore spirituale, e permettono al nostro fiume di non disperdersi in mille rivoli senza trovare la meta.

Insegnante di Yoga e Valori Umani
Laura Sabbadin

Laura Sabbadin

Educatrice

Sito web: www.saivivere.it