Il segno che prende forma dal gesto, dal colore

Cos’è il gesto? Il gesto è un movimento del corpo e specie della mano in accompagnamento al pennello per meglio evidenziare il segno.

Cos’è il segno? Il segno è espressione o azione che si manifesta attraverso il gesto.

Prima di compiere il gesto pittorico cerco di creare quel senso di vuoto che mi porta all’atto creativo.

Il pennello si immerge poi, nella china o nel colore per l’atto creativo.

Attraverso un gesto spontaneo quindi, si stende il pennello con la china o il colore su di un foglio, in questa azione naturale ci avviciniamo alla semplicità, costituendo come unico elemento il movimento che ci conduce verso la via dell’armonia del gesto e tracciato.

Dopo questa azione si socchiudono gli occhi spostando lo sguardo dal foglio, alla percezione all’interno di noi.

Riprendo in seguito il pennello, compiendo di nuovo le azioni in modo semplice stando presente a me stesso non a quello che vado a fare.

Tutto ha un suo ritmo un po' come le stagioni, come i movimenti che vado a fare fisicamente e con energia con il pennello, la china o il colore.

Il gesto dà forma quasi poetica al segno da tracciare, come traduzione di impulsi dell’animo umano, di istinti tracciati di linee spesse e segni di colore. Il gesto libera forze interiori attraverso un movimento, senza preoccupazione di concettualizzare l’impeto creativo.

Il gesto pittorico diviene puro unicamente se ci immergiamo completamente nell’attività manifestando la volontà, attraverso il movimento in modo che le forze interiori influiscano sul segno.

Il segno è l’espressione dell’impeto creativo che si vive producendo un determinato effetto, con il pennello, unicamente stando nell’ascolto di se stessi.

Ad esempio nell’action painting, l’atto creativo viene prodotto, lasciando la mente vuota dai pensieri quindi senza contaminazioni mentali sfruttando cosi le potenzialità istintive.

Jackson Pollock fu uno dei maggiori rappresentanti nella tecnica inventata di versare e far colare il colore, considerata come una delle basi del movimento dell'action painting.  

Faceva uso della tecnica del dripping, ovvero dello sgocciolamento del colore dal pennello o direttamente dai barattoli, sulla tela. Così creava le sue opere. L’artista insisteva sul fatto che ciò non fosse eseguito in maniera casuale. La vernice colava sulla tela, si depositava, scorreva, lasciava traccia del movimento del braccio. Infatti il dripping diventa action painting, pittura d’azione, risultato della gestualità dell’intero corpo in movimento dell’artista. Il colore crea giochi di linee, semi cerchi, gocce, spruzzi, e lascia vedere in alcuni spazi bianchi, il fondo della tela.

Dice Harold Rosemberg:

“Quello che doveva andare sulla tela non era un’immagine, ma un evento. Il grande momento arrivò quando fu deciso di dipingere “solo per dipingere”. I gesti sulla tela erano gesti di liberazione dal valore – politico, estetico, morale.”

La tela non è più̀ uno spazio da progettare, ma un’arena in cui dipingere spontaneamente, lasciando agire l’inconscio e l’anima.

Dice Jung:

“L’orientamento esclusivo verso i fattori personali, che è richiesto dalla ricerca della causalità personale, non è assolutamente ammissibile per l’opera d’arte, poiché qui non si tratta di un essere umano, ma di una produzione che va oltre l’individuo.”           

Guardare la tela prima di dipingerla sino a perderci, senza giudicare senza pensieri stando nel presente e ascoltando il respiro.

Agire poi senza intenzione, liberi e spensierati come quando si è bambini, ciò che è celebrale va quindi rimosso per dare spazio all’imprevedibile, al nostro sé e non all’Io.

Far fluire la nostra essenza che ci libera, ci conduce nello spazio del foglio che diviene l’immensità, dove il tutto, si crea senza trovarne un senso compiuto.

Il prendere il pennello con le mani, percependolo toccandolo è una piacevole esperienza, alcune cose semplici che accompagnano il gesto, quali il tatto, il toccare, l’immergere il pennello nell’acqua nel colore, per la frenesia della vita moderna ci sfuggono… riappropriarci di queste piccole cose e della semplicità di piccoli gesti, ci far star bene… il tempo si dilata e il tutto ci avvolge per renderci più presenti a noi stessi ed alla vita.

Il segno diviene così un tracciato pieno di senso per noi, perché ricco di consapevolezza, la mente è sgombra e tutto è riversato solo nel gesto e nel tratto.

La traccia diviene il risultato del mio esserci, poi il colore materializza il contenuto.

Dice Shen Tsung Ch’ien:

“Il gioco del pennello deve essere dominato dal Soffio.
Quando il Soffio è, l’energia vitale è;
è allora che il pennello genera il Divino.”

Tiziana Mesiano
Pittrice ed Educatrice ai Valori Umani

Redazione

Progetto Sai Vivere

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