Meditare e Medicare…

Ormai lo sappiamo: la nostra mente è uno strumento potente, e bisogna “imbrigliare i sensi” per mantenerne il controllo affinché non siano essi a condurci di qua o di là come una scimmia che salta da un ramo ad un altro. Sappiamo anche quanto essa sia una vera e proprio matassa di desideri, pervasa com’è da sentimenti e emozioni che per loro natura oscillano, cambiano, si trasformano, trasportandoci in su e in giù, a secondo del caso. Un movimento, (talvolta uno sfinimento), che altera addirittura le nostre vibrazioni cerebrali che salgono o scendono, si abbassano o si alzano, “ridono o si deprimono”, e noi con loro!

Ed ecco che, tra scimmia matta e vibrazioni incontrollabili, si manifesta uno stato d’animo, il timbro dell’umore, e, si crea, di conseguenza, la qualità delle nostre relazioni e, ovviamente, la qualità della nostra vita. E tutto ha origine in lei, la nostra mente, che può essere capricciosa o saggia, scaltra o santa, in base ai pensieri che nutriamo, e alla presenza di armonia, o cacofonia, dentro quella cassa di risonanza che siamo noi. Ma anche se pare un po’ maldestra, lei non lo è! Siamo noi che, per mille motivi, facciamo un cattivo uso delle sue forze e risorse… (che, a dire il vero conosciamo ben poco). Questo “cattivo uso” della nostra mente a lungo andare ci destabilizza, e il peso della psiche sulla nostra salute è preponderante e mal-deviante.

Ecco che la pratica della meditazione arriva in nostro soccorso, e non solo per portare le onde mentali ad uno stato di calma ma come vero e proprio balsamo per tutto il nostro essere. Ce lo dice la radice stessa della parola che porta in se anche la caratteristica di “medicare”, così che meditare diventa un esercizio per sanare… perché ci insegna ad equilibrare quello che spesso diventa una mente sconvolta e turbata, sottosopra e inconcludente, dotandola di chiarezza e grande stabilità.

L’esercizio di “muoverci verso il centro” diventa un salvagente per chi, come noi, fa i conti con un mondo che alimenta la nostra mente in modo vorticoso, e non sempre di cose sane, senza darle mai un momento di tregua, bombardandola di impulsi e sollecitazioni e togliendole (in realtà togliendo a noi) il respiro. Quanto spesso ci si accorge che tutto va troppo in fretta, che il tempo è volato e un’altra giornata finita, senza aver potuto fare una sosta, prendere una boccata d’aria, sorseggiare una tisana, guardarsi con un sorriso.

Meditare è la tecnica, la pratica e la medicina di cui abbiamo bisogno. Come d’incanto il nostro respiro ritrova il suo ritmo naturale, i polmoni si riempiono di ossigeno e la vita non corre… ma scorre. E c’è di più. Meditare ci aiuta a diventare “il medium di noi stessi” perché ci collega ad una dimensione più sottile e spirituale e, così facendo, ci permette di cambiare prospettiva. Man mano che alziamo lo sguardo si medicano le ferite, ad ogni livello, e come succede quando si accende una lampadina in una stanza buia, la luce di una nuova consapevolezza fa scappare le tenebre! E, poiché ci si trova “in mezzo”, né di qua, né di là, troviamo la giusta misura per affrontare ogni situazione, quella che solo i difficili concetti di “distacco e equanimità” ci possono regalare. E che dire di quella dimensione nuova che troviamo in fondo al silenzio? Quella sensazione di pace e completezza che regna su tutto, che difficilmente si può descrivere, e che mette in secondo piano tutto il resto?

Quella mente birichina che prima saltellava come una scimmietta, e si snodava tra contorsioni come un ramo di kiwi, ora percorre un processo di maturazione: si apre, si allunga, diventa elastica e in grado di vedere oltre lo spioncino della porta, al di là dei sensi e della funzione cognitiva propria della mente. Il suo scopo ultimo è raggiunto quando colui che medita, l’atto di meditare, e l’oggetto della propria meditazione diventano una cosa sola. Sedersi in silenzio pochi minuti al giorno trasforma letteralmente la nostra vita perché trasforma la nostra mente, e ci fa assaporare questa straordinaria e intima unità.

Abituare i bambini a sedersi in silenzio, concentrarsi sulla fiamma di una candela e poi portarla dentro di sé per sentirne il calore nel cuore, risveglia i valori umani che vivono al suo interno, e rafforza la memoria e le abilità necessarie allo studio. È il regalo più bello e l’avventura più emozionante che possiamo far loro perché, sin da piccoli, essi diventano più sicuri di sé e imparano a sintonizzarsi con quel faro che un cuore illuminato rappresenta.

Basta integrare dei brevi momenti di silenzio nelle normali lezioni di scuola, o in ambito domestico. Momenti che possono essere condivisi con tutti, per rafforzare la coesione della classe o del proprio nucleo famigliare. Le tappe? Sedersi in una posizione comoda e chiudere gli occhi, concentrarsi sul respiro e contemplare il silenzio, e quando i pensieri ci portano fuori da questa dimensione interiore, riportare l’attenzione delicatamente sul respiro, come se si prendesse un bambino per mano per riportarlo gentilmente al suo posto.

La meditazione purifica l’anima, governa gli affetti, dirige le azioni, corregge gli eccessi. Forma i costumi, rende la vita onesta e bene ordinata, dà la scienza delle cose umane e divine.” San Bernardo

Suzanne Palermo
Scrittrice, Illustratrice ed Educatrice ai Valori Umani

Allegato: La torre di controllo

Redazione

Progetto Sai Vivere

Sito web: www.saivivere.it