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Come favorire l’autostima nei nostri figli

Come favorire l’autostima nei nostri figli

CRITICHE ED ELOGI

Spesso non comunichiamo correttamente di fronte ai comportamenti dei nostri figli a casa, a scuola, con i parenti, con gli amici ecc.

Abbiamo dei ‘cliché’ che replichiamo senza pensarci in modo attento. Così può capitare che, se ci siamo convinti che nostro figlio sia un ragazzo distratto, disordinato, con scarsa attenzione nei confronti del prossimo, anche se i fatti dimostrano altro, siamo pronti a redarguirlo, affibbiandogli delle “etichette” svalutative, come: “Sei il solito incasinato”, “Non sai fare niente”, “Combini sempre guai”, ecc.

Questa modalità comunicativa è completamente sbagliata. Intanto perché va a colpire la persona nella sua interezza, in un momento in cui si sta formando il suo carattere. Da ciò non può venire che una “disistima” che finirà per pesare sul ragazzo probabilmente per tutta la vita.

Nella comunicazione è fondamentale, invece, scindere la valutazione del singolo comportamento da quella relativa all’intera personalità dell’individuo. L’uomo è essere molto complesso, presenta aspetti differenti, a volte persino contrastanti. È un universo a sé con tutti i suoi talenti e i suoi difetti, con tutti i suoi punti di forza e le sue fragilità.

L’uomo è un diamante, ma ora viene trattato come un pezzo di vetro.1

Dovremmo fermarci con rispetto e attenzione, e soprattutto con amore, davanti all’essere che abbiamo di fronte, che è venuto attraverso di noi, ma che non ci appartiene (come afferma una bellissima poesia di Gibran). Così, invece di dare una valutazione “totalizzante” nei confronti dei nostri figli, dovremmo isolare il singolo atto, mettendo in luce, attraverso una critica, gli aspetti non adeguati, da correggere. Ma prima di fare questo, sarebbe bene richiamare almeno un paio di aspetti positivi del carattere di nostro figlio, come per esempio: “Sai che se ti impegni, riesci bene”, “Ho visto che, quando ci tieni, sai mettere a posto le tue cose”, “Hai tante qualità, cerca di correggere questo comportamento, è nel tuo interesse” ecc.

Questo è importante non solo per alimentare l’autostima dei nostri figli, ma anche per abituarci, mentalmente, a non esagerare con le critiche e a non giungere a delle vere e proprie “condanne” nei loro confronti, condanne che potrebbero sortire effetti molto negativi!

E veniamo ora agli elogi.

Non dobbiamo contare troppo sugli elogi. Talvolta le critiche sono necessarie.2

Naturalmente, educare è un po’ come camminare sul filo del rasoio. Troppi elogi non vanno bene, soprattutto se non sono giustificati dai fatti. Un bambino, inconsciamente, avverte che c’è della esagerazione in ciò che dite. A volte si usano termini che possono essere controproducenti.

Potremmo dire a nostro figlio: “Sei un vero artista, un vero musicista”, oppure “Sei un campione! Sei un genio!”. Cosa succede nella mente dei nostri figli di fronte a queste affermazioni? Senz’altro dipende anche dal modo in cui le pronunciamo. Potremmo usare un tono semiserio, dirlo con un sorriso, sdrammatizzando la frase, e così può ancora andare bene, soprattutto se la frase è inserita nel contesto di una scherzosa conversazione familiare. Ma se dovessimo continuare a battere su questo tasto, potremmo caricare il nostro ragazzo di eccessive aspettative, col risultato finale di creargli non pochi problemi di ansia da prestazione. Inoltre, potremmo spingerlo a fare cose che in realtà non vuole fare, pur di ricevere un elogio. Ancora, potrebbe, abituandosi alle lodi, rimanere male quando non arrivano.

Insomma, si comprende bene che l’educazione è un’arte difficile.

Il novanta per cento della responsabilità per il deterioramento del comportamento e del carattere dei figli va ai genitori. Essi mostrano troppo attaccamento immotivato e danno troppa libertà indiscriminata. 3

Ma non dobbiamo scoraggiarci. Educare vuol dire misurarsi anche con noi stessi. Nell’educare i nostri figli impariamo a conoscerci meglio e a migliorare. I nostri figli ci possono dare un aiuto incredibile nell’evolverci e maturare. Purtroppo, non si può avere un manuale buono per ogni situazione. Molto dipende dalla nostra sensibilità, dalla capacità di porci in ascolto dei nostri figli senza sovrapporre le nostre esigenze alle loro, senza imporre i nostri desideri di affermazione e riscatto chiedendo loro ciò che non possono darci e che non possiamo né dobbiamo pretendere. Così può accadere che noi usiamo la lusinga nei loro confronti per ottenere ciò che vogliamo che facciano per noi. Attenzione, perché si può, in questo modo, cadere nella manipolazione. Il rispetto della natura dell’altro è fondamentale nei rapporti umani! L’educazione alla libertà si basa proprio nell’accettare l’altro per ciò che è, con le sue capacità e i suoi limiti. Nostro figlio deve sentirsi accettato e amato, in modo da sviluppare al meglio le proprie qualità, senza forzature, ma guidato con rispetto e con amore.

Inoltre, è molto importante, nell’esprimere elogi o critiche, che si cerchi di educare i nostri figli al senso di responsabilità. L’approvazione andrebbe indirizzata proprio nei confronti di comportamenti responsabili, che richiedono sforzo e impegno. Solo così si educano i bambini ad affrontare i compiti sempre più impegnativi che via via dovranno svolgere nel corso della loro vita.

Benedetto colui che ha imparato ad ammirare ma non invidiare, a seguire ma non imitare, a lodare ma non lusingare, a guidare ma non manipolare 4.

Bruna Caroli
Professoressa in Economia, Psicologa, Mediatrice e Armonizzatrice familiare, Educatrice ai Valori Umani


1 Sathya Sai
2 Dalai Lama
3 Sathya Sai
4 William Arthur Ward

Redazione

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