Le origini del femminile Prima parte

Nella filosofia vedica all’origine della creazione in una dimensione silenziosa, immanifesta, dinamica, di infinito ordine e potere organizzativo, l’Energia Primaria Trascendente, Purusha, sperimenta uno spontaneo stato emotivo del desiderio di auto manifestazione, come capacità generatrice, e comincia a rivelarsi con i primi aspetti vibrazionali e poi in aspetti concreti che evolvono lentamente in tutte le forme manifeste. Nasce così la Matrice Primordiale, Prakriti, una realtà non tangibile femminile indifferenziata.

 

L’Uno volle diventare i molti (1)

(Ekoham Bahusyam);

 

Il Principio Femminile è la Maya: l’illusione che il Signore ha imposto a Se Stesso, l’Energia della quale si è dotato per Sua propria Volontà.

Ecco perché la donna è considerata la personificazione dell’Energia Primaria (Parashakthiswarupa). (2)

 

Questa Energia, Prakriti, è la Matrice Primordiale Generatrice, Eterna, Dinamica, Unica e Indivisibile ed ha tre qualità o guna: Puro (Satva: luminoso, puro, leggero) Attivo (Rajas: attivo, passionale, caldo) e Inerte (Tamas: pesante, inerte, oscuro ).

 

Prakriti è anche Śakti energia femminile che è l’Energia divina femminile personificata e ogni donna è pervasa dalla śakti, possiede cioè quell'energia divina che rende possibile le trasformazioni nel cosmo.

 

Nella parola strî (donna) ci sono tre sillabe: s, t, r. La “s” sta per la qualità sattvica, la “t” sta per la qualità tamasica e la “r” per quella ragiasica. Per una donna la lettera “s” è la prima; perciò, il sattvaguna è il più importante.

Pazienza, umiltà, obbedienza, sono le virtù costitutive di questa qualità. Poi, in ordine di importanza, viene il tamoguna, la qualità di tamas, formata da paura, timore e timidezza. In contrasto con ciò, vediamo che, ove sono presenti qualità sattviche e tamasiche, appaiono anche il coraggio, l’indipendenza e il desiderio di prendere decisioni, qualità rajasiche. (3)

 

Fin dai tempi remoti, alle origini della storia dell’umanità, la dimensione magica delle Forze e delle Leggi di Natura, il mistero della vita, la potenza delle energie del mondo fisico portarono alla creazione di una forma femminile sacralizzata: la Grande Madre.

La Grande Madre simboleggia l’archetipo manifesto del principio di generazione, dell’abbondanza, della forza della vita, del potere della nascita.

 

Grande Dea, o Dea Madre è una divinità femminile primordiale, che si concretizza in forme molto diverse in una vasta gamma di culture, civiltà e popolazioni in varie aree del mondo sia nel periodo paleolitico, coinvolgendo quindi le civiltà di cacciatori-raccoglitori, sia nel periodo neolitico, interessando civiltà già centrate sull'agricoltura e l'allevamento animale.

 

In quanto tale, la Grande Madre si incarna non soltanto in figure di dee concrete, con le loro corrispondenti mitologie, ma anche in una vasta gamma di simboli, che coinvolgono sia il mondo animale sia gli oggetti inanimati. Essa esprime dunque l'interminato ciclo di nascita - sviluppo – maturità – declino – morte - rigenerazione che caratterizza sia le vite umane sia i cicli naturali e cosmici. Il femminile risulta quindi un necessario elemento mediatore fra il mondo umano e quello divino.

 

La Grande Madre si afferma successivamente come Sofia, come puro spirito, come totalità spirituale femminile; rappresenta l’essenza più elevata e raffinata a cui la vita è in grado di pervenire tramite la trasformazione.

 

La donna rappresenta la forma concreta della Volontà del Signore, tutto in lei è mistero, prodigio e manifestazione del principio protettivo. (4)

 

Molti millenni fa la donna aveva un ruolo sociale primario in quanto racchiudeva in se tutto il mistero della vita. Di ciò ci rendono testimonianza le innumerevoli statuine nei ritrovamenti archeologici.

Nel mondo femminile Amore, Matrimonio e Nascita di un figlio erano tre tappe di uno stesso percorso strettamente collegate fra loro. Perciò la femminilità era tutt’uno con la sacralità; nella donna si adorava la manifestazione della Grande Madre Cosmica.

Nei gruppi a impronta matriarcale la donna era capo tribù, sacerdotessa, capofamiglia e iniziatrice dei grandi misteri della vita.

 

Quaggiù, nel dramma della vita, le donne sostengono la parte principale, una parte chiave, carica di sacralità. La loro missione è di imporre i canoni della rettitudine e della morale. (5)

 

Le forme e le energie primitive che si esprimono come modelli di comportamento istintivi contenuti nell’immaginario collettivo, sono responsabili delle differenze che distinguono le donne tra di loro e dai primordi dell’umanità, la donna è stata invocata, venerata e adorata come Dea, attraverso innumerevoli forme, nomi, simboli e manifestazioni.

Vediamo concretamente come questa danza di forme arcaiche ancora oggi definiscono le caratteristiche e gli atteggiamenti delle donne.

 

 

Le dee e la donna

 

Grande Madre

Dea della fertilità, Signora della gravidanza e della nascita, oggetto di culto non solo delle donne ma anche degli uomini, è il Femminile che dà nutrimento, diviene un principio della natura venerato ovunque, da cui l’uomo dipende nel bene e nel male. La terra stessa è un simbolo femminile, poiché rappresenta, in un certo senso, l’utero della realtà femminile che nutre l’intero mondo. Questo modello rappresenta una donna che è per natura colei che nutre e perciò è signora di tutto ciò che significa nutrimento, protezione, amore che dà senza chiedere nulla in cambio, attenzione e intuizione sono le sue peculiarità.

 

Kali

Una donna prorompente selvaggia che non ama le convenzioni che difficilmente si adatta ad ambienti e persone è come la selvaggia Kali la forza devastatrice espressione di aggressività dirompente.   Kali rappresenta il lato selvatico, distruttivo, indipendente, rapido, deciso della femminilità.

 

Durga

La più temeraria e potente tra le Dee, il suo nome in sanscrito significa fortezza o un luogo difficile da espugnare, viene quindi definita la Dea invincibile è la madre dell’universo, la forza che regola la creazione, il mantenimento e la distruzione del mondo, è il potere supremo del Paramatma.

La donna è una donna guerriera, altruista, misericordiosa e distaccata dal suo ego è una benefattrice che sa agire sempre per il bene anche se spesso usa metodi che potrebbero risultare violenti ha grande fiducia di sé e in sé, ha grande saggezza e concentrazione.

 

Lakshmi

È la dea dell'abbondanza, della luce, della saggezza e del destino, ma anche della fortuna, della bellezza e fertilità. Il principio della sposa perfetta pura e spirituale, è la madre sempre disponibile a sostenere ed aiutare.

Nella donna si esprime come dolcezza, protezione, materna, sa dare sostegno e amore alla sua famiglia che accudisce con serena pazienza. E’ costantemente impegnata nella realizzazione spirituale e questo le porta benessere e abbondanza materiale.

 

Parvati

Manifestazione benevola di Mahadevi è consorte di Siva e madre di Ganesh. Il nome “Parvati" significa “Figlia della montagna" e si riferisce alla sua nascita da Himavan, per l'appunto il Signore/Sovrano delle Montagne. È l’energia dell’amore devoto e sublime che con forza, e determinazione vince sulle difficoltà e sulla trascuratezza. Nella donna è colei che sa trasformare situazioni negative e irreparabili in situazioni di successo; forte e benevola sa vincere sulla indifferenza con la sua struggente saggezza e bellezza.

 

Saraswati

Dea della conoscenza e delle arti, della letteratura, musica, pittura e poesia, ma anche della verità, del perdono, delle guarigioni e delle nascite; è spesso menzionata nel RK Veda e nei Purana come divinità fluviale. Ella rappresenta l’eloquenza, la sete di sapere, la conoscenza intellettuale, come retaggio è connesso all’elemento acqua, alla pulizia e alla guarigione.

La donna che ha queste caratteristiche è chiara, luminosa, virtuosa e intellettuale tanto che sembra non interessata agli aspetti materiali e della sensualità, è distaccata dalla trivialità come dalle pene d’amore. Ha capacità empatiche e trova la sua più vera espressione nella musica e nelle arti.

 

Sita

La principessa Sita moglie di Rama deve il suo nome al fatto di essere nata dal solco tracciato dal re Janaka durante un rito, da qui anche il suo epiteto Ayonijā "Non nata dal grembo” è la dea della fedeltà coniugale. Rappresenta una forza di potente intensità, sia nella gioia che nel dolore.

Una donna che esprime questa qualità è forte, non si abbatte nelle difficoltà e si porta all’estremo sacrificio per non perdere la propria purezza e integrità.

 

Ushas

Sposa fedele e paziente accudisce con amore, dolcezza e compassione le persone che ama.

Ushas Dea dell’alba e dell'aurora. Figlia del Cielo e sorella del Sole. A lei sono dedicati molti degli inni più poetici del Rk Veda. Viene anche chiamata Dyotana "colei che porta la luce". Rappresenta

la forza della Bellezza, Giustizia, ricchezza, ordine e intelligenza. La donna con queste caratteristiche è brillante, luminosa, di raffinata eleganza, bella, generosa, magnanima, ha la capacità di portare serenità e pace nelle situazioni difficili. Ogni suo pensiero, parola ed azione rispecchiano la sua profonda spiritualità.

 

Nel particolare momento storico in cui viviamo, sopraffatti dalla preoccupazione, dall’insicurezza di avvenimenti storici e climatici devastanti, non riusciamo più a godere di questa poliedrica femminile danza cosmica che si snoda quotidianamente davanti ai nostri occhi con il suo arcobaleno di colori, di armonie, di magiche e incantevoli rivelazioni che esprimono tutta la

sacralità del mistero della vita. La donna deve riappropriarsi dei suoi innati poteri per condurre se stessa e la società sulle spiagge dorate dell’evoluzione dove l’equilibrio perduto possa essere ripristinato e mantenuto.

 

La bellezza della donna rispecchia la bellezza della natura,

e la bellezza della natura rispecchia la natura delle donne. (6)

 

Bettina Di Carlo
Educatrice ai Valori Umani

 

 

Sathya Sai, Discorso del 30 Gennaio 2010
Sathya Sai, Dharma Vahini, Mother Sai Publication
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Sathya Sai
Sathya Sai, Pensieri del giorno, 19 marzo, pg. 85
Sathya Sai, Dharma Vahini, Mother Sai Publication