La famiglia si allarga

Come gestire la sfida costituita dall’ingresso nella famiglia di un nuovo essere: il figlio.

Prima Parte

Quando arriva un figlio all’interno della coppia, soprattutto se si tratta del primo figlio, si crea, evidentemente, una situazione del tutto nuova. La relazione della coppia deve affrontare una sfida e si deve riformulare, perché, accanto al ruolo di marito e di moglie, c’è ora il ruolo di madre e di padre.

C’è da chiedersi quanto si sia preparati per affrontarla.

Lo stato dell’essere mamma, soprattutto per chi lo è per la prima volta (intendo riferirmi alle primipare), è uno stato molto particolare. Si tratta di affrontare una situazione che rivoluziona la vita. In realtà è una grande gioia, ma anche un momento di fragilità per la donna, che deve creare dentro e fuori di sé un nuovo equilibrio.

A parte le difficoltà determinate dall’accudimento di un esserino che reclama i propri bisogni anche durante la notte e che dipende totalmente da lei, c’è un grosso cambiamento fisico a cui la neo mamma deve adattarsi. La pancia non c’è più, e questo può essere accolto con un certo sollievo, ma c’è anche un senso inconscio di “vuoto”, come se si fosse “perduta” una parte di sé. Ora c’è da ricreare un rapporto: da quello col bambino ideale vissuto all’interno del proprio corpo, a quello col bambino reale, essere nuovo e indipendente. Qualche donna, inizialmente, può vivere il bimbo come un “estraneo” che, dipendendo totalmente da lei, le toglie ogni autonomia. Si crea un legame di interdipendenza, impossibile da sciogliere, presente giorno e notte. Davanti a tutte le istanze che le vengono dal bimbo, che deve essere sfamato, pulito, accudito continuamente, la mamma, che ha un fisico ancora fragile dopo il parto e un’emotività acuita dai cambiamenti ormonali, può ben dirsi stanca, sola, e, talora, depressa. Di questo deve essere consapevole e, pertanto, non può sentirsi in colpa. E anche il papà deve essere conscio di tale situazione ed affrontarla, insieme alla madre, con delicatezza e compartecipazione.

Naturalmente c’è anche la gioia della maternità, lo stupore e la curiosità di vedere un esserino che ieri non c’era, vivere, crescere, interagire, affidarsi completamente, ma accanto a questa gioia c’è anche tanta fatica. Perciò questo è uno dei momenti più delicati nella vita di una donna. A volte, poi, da chi le sta intorno, vengono dei consigli, o delle indicazioni che sono poco pertinenti, e che possono “sviare” la neo mamma, o farla confondere, perché possono essere contrastanti e non tenere conto della particolarità del neonato e della sua specificità che sfuggono ad ogni regolamentazione. Così è per ciò che riguarda i tempi delle poppate, il fatto che il bimbo assuma il latte in più tempo, con delle pause, o sia più avido e veloce nel succhiare.

La mamma dovrebbe cercare di sintonizzarsi col bimbo e con le sue esigenze, senza timori o patemi d’animo, cercando di entrare in armonia col suo respiro.

Importante è, poi, l’allattamento al seno che, attraverso il contatto con la pelle, il calore che trasmette, l’odore e il suono della voce che il neonato riconosce per averla ascoltata, “assorbita” per tanti mesi, creerà un’armonia, una sintonia uniche tra i due esseri, contribuendo al benessere psicofisico di entrambi.

A tale riguardo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) afferma:

“-Con il seno il neonato trova il nutrimento perfetto, facilmente digeribile per il suo corpo in rapida crescita, nonché l’amore e la sicurezza di cui ha bisogno per svilupparsi come persona;

  • - l’allattamento materno è la prima immunizzazione del bambino. Il latte materno contiene cellule vive e anticorpi che combattono i germi;
  • - i bambini allattati al seno sono meno soggetti a malattie respiratorie, gastroenteriti e otiti.
  • - Poppare al seno favorisce nel bambino un più corretto sviluppo della struttura mandibolare e delle arcate dentarie;
  • - favorisce il legame madre-bambino, soddisfacendo e rafforzando il loro bisogno reciproco di stare insieme.”1

Anche la madre godrà di diversi benefici:

  • “- Allattare subito dopo il parto favorisce il ritorno dell’utero alle sue dimensioni prima della gravidanza e previene le emorragie;
  • - le madri che allattano al seno hanno un minor rischio di sviluppare il tumore alla mammella e all’utero prima della menopausa, nonché di soffrire di osteoporosi in età avanzata;
  • - il latte materno non richiede preparazione né sterilizzazione. Gratis e dovunque, è sempre pronto alla giusta temperatura;
  • - l’allattamento facilita la perdita dei chili in più presi durante la gravidanza;
  • - allattare al seno con successo può ridurre il rischio di depressione post-partum.”2

In effetti, il momento dell’allattamento può diventare un momento magico, di simbiosi e armonizzazione tra la mamma e il bimbo. La madre è colei che è preposta, per natura, alla cura del figlio, e questo avviene a 360 gradi. Questa dovrebbe essere la forza e la consapevolezza di ogni madre.

"Solo la madre è in grado di dare la vita, solo lei veglia sui figli quando il padre dorme. Se un figlio si ammala, una madre non riesce neppure più a mangiare. Questo grande amore è tipico solo della donna: il suo amore è pari al 90 per cento, quello dell'uomo al 75 per cento. L'evoluzione del mondo intero dipende dalle donne: esse non sono fatte per stare solo in cucina.” 3

Il mondo medico, a volte, tende a sopravvalutare la fase depressiva che può manifestarsi nel periodo “post partum”, ma è necessario rassicurare le neo mamme: si tratta di un fenomeno del tutto naturale che, nella maggior parte dei casi, si risolverà in modo spontaneo. L’allattamento al seno e il rapporto di amore e che si creerà col figlio, la gioia nel vederlo crescere e fare le sue conquiste nel mondo la ripagherà di tutte le fatiche, le preoccupazioni, i dubbi.

Per quanto, poi, riguarda il padre, è appena il caso di sottolineare quanto sia necessario che egli sia vicino alla neo mamma, comprendendo che ci sarà un cambiamento nel rapporto di coppia. Più egli condividerà gioie e fatiche con la madre, più sarà paziente e consapevole che anche il minore desiderio sessuale non è permanente, ma è relativo al nuovo stato della moglie, e quindi temporaneo, più la aiuterà a superare le difficoltà e rinsalderà il legame tra i due e col bimbo. In caso contrario egli rischia di perderla, anzi, è la stessa relazione che rischia di andare incontro ad un’involuzione che può essere definitiva. Inoltre il padre riveste un ruolo importante nel processo di crescita del bambino ed è indispensabile che egli condivida con la madre la gioia di un contatto fisico con lui, mettendosi in gioco fin dai primi mesi di vita: lavarlo, cambiarlo, accarezzarlo, cullarlo, giocare con lui, devono diventare normali occupazioni da parte del padre. Anche nutrirlo, quando inizia lo svezzamento e la madre non può farlo, è un’occasione unica per rinsaldare il legame col figlio.

Il periodo della gravidanza, poi, è di grande importanza, sia per la madre che per il nascituro. Lo stesso Gandhi affermava:

“L’educazione del bambino comincia col suo concepimento. Lo stato fisico e mentale dei genitori al momento del concepimento lo si ritrova nel neonato. Durante il periodo della gravidanza questi continua ad essere influenzato dal temperamento della madre, dal suo stato d’animo, dai suoi desideri, dai suoi atteggiamenti come anche dalla sua maniera di vivere. Dopo la nascita il bambino imita i genitori e dipende da loro nella sua crescita per un considerevole numero di anni.”4


Bruna Caroli
Professoressa in Economia, Psicologa, Mediatrice e Armonizzatrice familiare, Educatrice ai Valori Umani

 

Note:
1 Fonte WEB: Allattamento al seno: Linee Guida OMS
2 Ibidem
3 Rita Bruce, Sathya Sai e l’educazione dei figli, Mother Sai Publications, 2004, pg. 58
4 M. Gandhi, L’arte di vivere, Ed., CDE spa – Milano, 1989, pg. 194

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