Mai mollare!

Un sogno non diventa realtà per magia. Richiede sudore, determinazione e duro lavoro.1

“Non arrenderti, qualsiasi sia il tuo compito; riuscirai se il meglio tu darai…”, recita la filastrocca inglese “Don’t give up no matter what your task is”, il cui ritmo, calzato dal battito delle mani, imprime nella memoria dei fanciulli un consiglio fondamentale: mai mollare quando ti trovi di fronte ad un ostacolo, una difficoltà o la tua stessa pigrizia; continua a provare e persevera finché riuscirai nel tuo intento. In altre parole: evviva la determinazione!

Determinazione mirabilmente raccontata da un capolavoro di narrativa infantile “The little Engine that could” (1931, “Il trenino Thomas, l’altro versante della montagna”), stimato tra i 100 libri più importanti per l’educatore malgrado la sua vetusta età. La storia motiva i giovani lettori ad essere ottimisti, e a portare a termine quello che gli richiede un duro impegno.

Una piccola locomotiva blu, cui viene richiesto di trasportare un treno passeggeri oltre la montagna per arrivare alla destinazione del convoglio, acconsente di provarci. La scelta cade su di lui dopo che un elegante e modernissimo treno passeggeri e un possente treno merci, negano entrambi il proprio aiuto, mentre un vecchio treno a vapore, arrugginito e stanco, ammette sbuffando che anche se volesse non ce la farebbe mai.

Carico di buona volontà, il trenino si rimbocca le maniche e intona una frase chiave: “I think I can”, (… penso di potercela fare), che potremo tradurre “so che posso” poiché rende la musicalità e il gioco della storia più avvincente. Infatti, mentre si avvia verso un’impresa pressoché impossibile per chi ha soli due vagoni, ed è regolarmente deriso dai camion che lo sorpassano, la ripetizione del mantra si incatena come… tanti vagoni di un treno: sochepossososchepossosocheposso… sicché il trenino accelera, acquistando vigore e sicurezza. Naturalmente il narratore adulto lo trova spassoso e incalza la frase finché si trasforma nel rumore di una locomotiva che viaggia a pieno regime. Risultato? Il trenino conquista la cima della montagna! Applaudito da tutti i passeggeri, mentre scende l’altro versante ormai in dirittura d’arrivo, ripete soddisfatto: “sochepotevosochepotevosochepotevo”….

Al nostro eroe è bastato dire un “Sì, penso di potercela fare”, per mettersi in gioco e invocare tutta la sua forza interiore; la capacità di pensare positivo e valori umani, come la perseveranza, l’abnegazione e la fiducia hanno fatto il resto. Ma la spinta più possente arriva dalla sua grande determinazione, propulsore del suo motore primo: una forza d’animo e una fiducia in sè stesso da non confondere con caparbietà e testardaggine e che non si veste di ambizione. Infatti, sebbene il trenino sia mosso da un impulso che potrebbe essere frainteso come la grinta del più grande vanaglorioso, non traspare nel suo agire il benché minimo desiderio di successo personale. Ciò che prevale è invece la volontà di portare a termine il compito affidatogli, raggiungere la mèta e portare i passeggeri al sicuro. Sentimenti, questi, che lo caricano di grandi energie, tali da rifornirlo di sufficiente carburante per affrontare la sua sfida e battere ogni forma di resistenza che potrebbe frenare la sua corsa.

L’amabile protagonista di questa storia ci ricorda che se abbiamo un compito da eseguire, un ruolo da rispettare o un problema da sormontare, bisogna esercitarsi, allenarsi e impegnarsi a 360 gradi per riuscirci, senza mai temere i gradini dell’insuccesso, perché è anche vero che non tutte le ciambelle riescono con il buco! Lo sapeva Thomas Edison, che dopo migliaia di esperimenti non riusciti dichiarò: “Non ho fallito. Ho solamente provato che esistano 10.000 metodi che NON funzionano”. Non c’è che dire: la determinazione non mancava di certo al famoso inventore americano!

Un racconto come quello del nostro trenino Thomas è molto efficace se vogliamo trasmettere insegnamenti e nobili ideali ai bambini, ma ciò che conta di più, e non smetteremo mai di dirlo, è il nostro esempio. Figli, studenti, nipotini e futuri attori della nostra società-mondo, impareranno a non mollare davanti alle difficoltà se vedranno che noi adulti siamo determinati a superare le nostre di difficoltà… con quel tocco di umiltà che non guasta mai. E impareranno sempre dal nostro esempio che la determinazione comporta scelte e coerenza, quando si tratta, ad esempio, di difendere i princìpi in cui crediamo e i retti rapporti umani, o che le attività di gruppo e il lavoro di squadra sono importanti perché evitano che la grande virtù della determinazione si trasformi in una malsana competitività.

Per sviluppare la determinazione bisogna coltivare altre qualità come la tenacia, la disciplina, la pazienza ed il coraggio, ma anche la giusta flessibilità per sapersi adattare agli imprevisti e riorganizzare le idee, e quella resilienza, di cui oggi tanto si parla, che ci rende elastici, in grado di trasformare ostacoli in opportunità. Ma è la fiducia in se stessi a mettere in moto tutto il processo, “determinando quell’azione”… con quel favoloso “sì, penso di potercela fare” che guarda avanti e crede nella possibilità che si avverino i propri obiettivi e i propri sogni più belli.

Sembra sempre impossibile, finché non viene fatto.2

Al seguente link troverete un attività pratica da fare coi bambini.

 

Suzanne Palermo
Scrittrice, Illustratrice ed Educatrice ai Valori Umani

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1 Colin Powel
2 Nelson Mandela

 

Redazione

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