I tre sentieri: un percorso di Conoscenza e autorealizzazione

Terza parte

La via della Conoscenza

Che cosa si intende per Jňāna o Saggezza? È riconoscere il vostro vero Sé, che è Conoscenza di Sé. La Conoscenza di Sé è la Realizzazione del Sé. Jňāna richiede la purezza (che si ottiene) attraverso il controllo dei pensieri con appropriati sforzi. (1)

Non esiste un’unica strada che conduca al Divino, ma sentieri diversi a seconda delle attitudini e delle disposizioni innate degli individui. Infatti ogni essere vive un particolare stato di coscienza, con tendenze, bisogni e caratteristiche che lo portano a sviluppare una sua personale ricerca.

Coloro che seguono la via della Devozione devono crescere come neonati in grembo alla madre e successivamente diventare seguaci della Conoscenza, che possono affidarsi alla propria fonte di forza ed essere liberi (2)

La Devozione si fonde con la Conoscenza e con essa si identifica; la Devozione, maturando, diviene Conoscenza e perciò non si può dire che siano differenti. Ad uno stadio prende il nome di Devozione, a quello successivo di Conoscenza. È come la canna che alla fine diventa zucchero. (3)

Ai tre sentieri, Azione, Devozione e Conoscenza, sono associati tre modalità di esperienza del Divino (Yoga): attraverso la Via dell’Azione, Dio è esperito come Bontà, con la Via della Devozione Dio è Amore e nella Via della conoscenza Dio è Verità.

Al termine di molte vite, colui che si è dedicato alla Conoscenza (jñānavān) viene a Me dicendo: Vāsudeva è tutto. Una sì grande anima è rara a trovarsi. (4)

Jnana significa "conoscenza" o "saggezza". Questa è la via che porta all'unione con Dio attraverso l'intelletto.

Quando si parla di Conoscenza non ci si riferisce tanto ad una conoscenza razionale, mentale, piuttosto ad una forma suprema di consapevolezza, che usa le facoltà discriminatorie della mente per distinguere il Reale dall'irreale.

Conoscenza è sperimentare l’Assoluto come il proprio Sé, mentre l'ignoranza è l’identificazione con i veicoli illusori del corpo, della mente, dell’io. Solo la Conoscenza può distruggere l’ignoranza, proprio come soltanto la luce rimuove l’oscurità, allora si raggiunge il fine ultimo: la riunificazione del Sé con il Tutto.

Con la spada della conoscenza taglia dunque il dubbio che nasce dall'ignoranza che dimora nel tuo cuore, rimani fermamente stabilito nel tuo yoga e sorgi, o Bhàrata. (5)

Nella via della Conoscenza, la mente viene utilizzata per indagare sulla propria natura e per trascendere la sua identificazione con i pensieri e l'ego. L'obiettivo fondamentale è liberarsi dai pensieri e dalle percezioni autolimitanti e raggiungere l'unione del Sé con l’Assoluto.

Il sentiero della Conoscenza presuppone lo sviluppo dei quattro metodi, costituiti dai tre Pilastri della Saggezza e dalle sei Virtù.

I tre Pilastri sono:

  1. Discriminazione: è lo sviluppo graduale della capacità di esplorare e discernere la differenza tra il Reale e l’irreale, il Permanente e l’impermanente, il Sé e il non Sé.
  2. Distacco: significa coltivare il non attaccamento verso i frutti delle azioni, i beni terreni e la mente egoica. Distacco non significa abbandonare il mondo, ma restare nel mondo senza esserne coinvolti. È un processo di riduzione delle attrazioni e delle avversioni nel campo mentale.
  3. Desiderio: è il desiderio intenso e appassionato della Realizzazione, per raggiungere la quale bisogna impegnarsi completamente, con un’aspirazione così ardente da cancellare tutte le altre.

Le sei Virtù, che comprendono le pratiche per stabilizzare la mente e le emozioni e sviluppare ulteriormente la capacità di vedere oltre le illusioni per accedere alla Suprema Saggezza, sono:

  1. Tranquillità mentale: è la capacità di mantenere la mente pacifica, moderando la sua reazione agli stimoli esterni per poter contemplare costantemente la meta.
  2. Autodominio: è lo sviluppo del controllo dei sensi e il loro addestramento, affinché siano usati solo come strumenti della mente.
  3. Raccoglimento interiore: è il raccoglimento perfetto quando gli oggetti esterni cessano di mettere in moto le modificazioni mentali.
  4. Tolleranza: è la pazienza e la sopportazione nelle situazioni esterne non favorevoli e comunemente considerate causa di sofferenza.
  5. Fede: è il senso di certezza e fiducia nel proprio Guru (insegnante), nelle Scritture e nel percorso spirituale.
  6. Concentrazione: è la completa focalizzazione della mente su un unico punto. L’attenzione risoluta porta alla profondità dell’esplorazione e della realizzazione interiore.

Solo se dotato di questi quattro metodi, l’aspirante sarà in grado di avanzare senza paura sul sentiero spirituale.

Colui che ha fede ed è animato da proposito (per la Conoscenza-Saggezza), che è signore dei suoi sensi, raggiunge la Conoscenza-Saggezza e, avendola conseguita, ben presto ottiene la pace suprema. (6)

Oltre ai Quattro Metodi, le pratiche che sono considerate il nucleo del sentiero della Conoscenza sono: lo studio delle scritture e l’ascolto dell’insegnamento dei Maestri; la contemplazione, ovvero l’analizzare ripetutamente un particolare concetto; l’applicazione delle verità acquisite nella vita di tutti i giorni.

Bisogna però ricordare sempre che il Maestro e le Scritture possono mostrare il ​​cammino e rimuovere i dubbi, ma la conoscenza diretta e intuitiva si acquisisce solo con lo sforzo individuale.

Il Principio dell'Atma è fuori della portata del più dotto teologo, lo si apprende solo per esperienza diretta; ci si deve rivolgere a un Maestro che abbia questa esperienza diretta, ma poi bisogna mettere in pratica i suoi insegnamenti perché un Maestro, per quanto eccelso, non può capire al posto dell'allievo. (7)

Mediante questo percorso è possibile superare il confine dell’io e rimuovere il velo che impedisce all’essere di riconoscere la sua propria Natura Essenziale, che è Esistenza-Coscienza-Beatitudine Assoluta.

Lo Jnana-Yogin realizza che Brahman è la Vita della sua vita, l'Anima della sua anima. Sente e sa che Dio è il suo stesso Sé. Si rende conto di essere tutt'uno con l'Eterno attraverso la visione spirituale o intuizione, o percezione divina, ma non attraverso il semplice studio di libri, dogmi o teorie… Si immerge nei recessi profondi del suo cuore attraverso la meditazione costante e intensa - Nididhyasana - e ottiene la meravigliosa perla dell'Atman, un meraviglioso tesoro molto più prezioso di tutta la ricchezza del mondo. (8)

Carla Gabbani
Insegnante di Yoga, Meditazione e coordinatrice di Gruppi di studio sulla filosofia Yoga e Vedanta.

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  1. Sathya Sai pensiero del 25.08.2005
  2. Sathya Sai - Prema Vahini
  3. Sathya Sai - Jnana Vahini
  4. Bhagavad Gita cap.VII, v.19 Ed. Ashram Vidya
  5. Bhagavad Gita cap. IV v.42 Ed. Ashram Vidya
  6. Bhagavad Gîtâ, cap. 4, v.39 Ed. Ashram Vidya
  7. Sathya Sai
  8. Swami Sivananda - Il percorso dell'intuizione spirituale

 

Carla Gabbani

Educatrice

Sito web: www.saivivere.it