Ramana Maharshi

Chi sono Io? La pratica fondamentale.

La parola con la quale siete nati è una sola: “Io”, l’Âtma. Il termine Âtma e il termine “Io” si equivalgono. L’Âtma non ha una forma specifica. Io, io, io, io: se cercate di riconoscere la natura dell’«Io», non avete bisogno di altre pratiche spirituali. 1

Prendendo spunto da questa frase del Maestro Sri Sathya Sai Baba, esploriamo la tecnica che ci permette di raggiungere la conoscenza dell’Io e Ramana Maharshi, il Maestro che l’ha divulgata e praticata per tutta la vita.

Ramana Maharshi è un Jivanmukta (anima liberata) ed è considerato una figura di spicco nella tradizione dell'Advaita Vedanta, che insegna che la realtà ultima è una, immutabile, e che il sé individuale è identico a questa realtà ultima.

Egli nacque a Tiruchuzhi, una piccola città del Tamil Nadu nel 1879, e successivamente si trasferì nella città di Tiruvannamalai, dove trascorse la maggior parte della sua vita. Lì visse per diversi anni in una grotta conosciuta come Grotta Virupaksha prima di trasferirsi in un ashram, chiamato Sri Ramanasramam, che fondò all'inizio del XX secolo.

L'ashram, situato alla base della sacra collina di Arunachala a Tiruvannamalai, da allora è diventato un centro per lo studio e la pratica dell'Advaita Vedanta e attira ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo. Gli insegnamenti di Ramana Maharshi hanno influenzato molti ricercatori spirituali, tra cui Sri Aurobindo e Paul Brunton, e sono stati oggetto di numerosi libri e commenti.

Ramana Maharshi ha insegnato il percorso dell'auto-indagine come mezzo per raggiungere l'illuminazione spirituale. Egli ha insistito sempre sul fatto che la realizzazione del Sé fosse la vera natura degli esseri umani e che lo scopo della vita fosse scoprirlo. Ha insegnato che la fonte di tutti i problemi e le sofferenze è la falsa identificazione con il corpo e la mente, e che il modo per superarla è attraverso la pratica della meditazione e la costante indagine sulla natura del pensiero "io". Questo approccio è nato dalla sua esperienza a 16 anni, quando un’esperienza di morte l’ha portato a chiedersi cosa ci fosse di vero nella sua esperienza di essere umano. Disteso e immobile, immaginando che il suo corpo fosse davvero morto, ha lasciato andare l’attaccamento alla corpo ed alla personalità e ha cominciato a dimorare nella sua vera essenza. Da questo è nata la domanda “Chi sono io?” come mezzo della pratica di autoindagine.

L'idea è che ponendosi ripetutamente questa domanda, si può gradualmente eliminare gli strati di falsa identificazione con il corpo, la mente e la personalità e alla fine arrivare alla realizzazione della propria vera natura come pura coscienza. L'obiettivo dell'auto-indagine è comprendere la natura del Sé, al di là dei pensieri, delle emozioni e delle esperienze che costituiscono la propria identità ed è considerato un percorso diretto ed efficiente verso l'autorealizzazione e la liberazione dalla sofferenza. Indagando il pensiero "io", si può arrivare a vedere che il Sé non è un prodotto della mente, ma è veramente la realtà soggiacente che dà origine a tutta l'esperienza. Questa pratica permette di vedere la natura della dualità e superare l’identificazione con gli opposti, piacere e dolore, bene e male, positivo e negativo, in quanto ci si immerge direttamente nello spazio dell’ Uno senza secondo, che abbraccia in sé ogni possibile modificazione essendo la loro radice unica.

La pratica:

Utilizzare questa tecnica è molto semplice, ma certamente ci sarà bisogno di molta pratica e impegno per raggiungere il suo risultato finale.

Sedetevi in una posizione comoda, con la schiena eretta e gli occhi chiusi, e rilassate le tensioni del viso, delle spalle, delle mani e delle gambe. Mantenete la schiena eretta e il capo comodamente in equilibrio, in modo da poter respirare facilmente e profondamente. Respirate bilanciando l’inspirazione e l’espirazione in maniera uguale, senza fare pause, scegliendo un respiro abbastanza lungo e leggero da essere confortevole. Rivolgete l’attenzione al cuore, ascoltando il movimento del respiro come se fosse il cuore a respirare, e sentite come questo porta pace e silenzio mentale. Quando la mente sarà calma chiedetevi mentalmente: “Chi sono io?” e attendete una risposta. A questo punto cominceranno ad apparire le varie identificazioni che viviamo comunemente, il proprio nome, la propria immagine, e anche la professione o l’età; scartate queste prime risposte e attendete una risposta più profonda. Piano piano, a forza di scavare, arriverete alla risposta “Io sono Io”, e a questo punto, scavando ancora più a fondo, si avvererà la frase detta da Ramana Maharshi:

Il pensiero “Chi sono Io?” distruggerà ogni altro pensiero, e come il bastoncino usato per attizzare il fuoco, brucerà anche sé stesso alla fine. A quel punto, ci sarà la Realizzazione del Sé.

Vi auguro la curiosità per provare questa strada così semplice e la perseveranza per percorrerla fino alla meta.

Laura Sabbadin
Insegnante di Yoga e ai Valori Umani

 
1 Sathya Sai

Laura Sabbadin

Educatrice

Sito web: www.saivivere.it